(di Gianni Schicchi) La XXVII stagione de I Virtuosi Italiani si apre giovedì 16 ottobre al Teatro Ristori (ore 20.30) con l’orchestra veronese che ospiterà un quartetto di musicisti di risonanza mondiale: lo Janoska Ensemble, come successe ad una prima di stagione ne1 2019. I tre fratelli di Bratislava, Ondrej e Roman (violini), František (pianoforte) e il cognato Julius (contrabbasso) imbracceranno i loro strumenti per dare forma ad una sintesi creativa che si intreccerà tra le Quattro Stagioni di Vivaldi e loro composizioni ispirate dalle stesse.
Forti di una solida formazione classica, con decenni di pratica strumentale perseguita fin dall’infanzia, i talentuosi strumentisti che compongono lo Janoska Ensemble hanno saputo andare oltre, creando un linguaggio e uno stile del tutto nuovi: appunto lo “Stile Janoska”.
Fino dal Settecento, l’arte dell’improvvisazione rappresentava un tratto distintivo dei grandi maestri. Nel tempo, questa pratica si è persa: se in passato l’abilità di fare musica in modo spontaneo era un requisito essenziale per ogni musicista di spicco, oggi la precisione richiesta nelle esibizioni concertistiche quotidiane sembra averla fatta scomparire. I quattro musicisti dello Janoska Ensemble presentano un programma che mette in risalto quest’arte anche attraverso i suoi tratti virtuosistici: le straordinarie abilità degli esecutori si fondono con le composizioni originali, dando vita ad una nuova e inedita sinergia tra capolavori noti ed una moderna improvvisazione.
Dopo il primo concerto dell’op. 8 La Primavera di Vivaldi, Frantisek Janoska presenterà la sua Spring, seguita dal secondo Concerto vivaldiano dell’op. 8 L’Estate a cui il fratello Roman Janoska contrapporrà invece la sua Summer. A metà concerto il cognato degli Janoska, Julius Darvas proporrà invece un personalissimo Autumn tutto imperniato sul contrabbasso che anticiperà l’omonima stagione vivaldiana op. 8 in fa maggiore dallo stesso titolo. Chiuderà Ondrej Janoska con il suo Winter prima dell’esecuzione del Concerto 4 op. 8 di Vivaldi, l’Inverno.
La vera arte non ha frontiere, come dimostrano in modo unico gli Janoska Nelle loro creazioni musicali, la base classica incontra altri generi in armonica affinità o creando variopinti contrasti con il jazz e la musica latina o pop. Il risultato non è un mix di stili, ma una sintesi creativa, alla cui base esiste una solida formazione classica, decenni di pratica strumentale, un’ispirazione profonda dalla tradizione, un altissimo livello tecnico unito alla pura gioia del suonare. Ma lo “stile Janoska” è anche molto di più di un sound: è “musica esperienziale”, che va ascoltata e vissuta dal vivo. “La nostra musica deve commuovere l’ascoltatore: questa per noi è la cosa più importante”, dice František Janoska, ingegnoso arrangiatore che al pianoforte padroneggia alla perfezione qualsiasi stile.
Nato nel 1986 a Bratislava, ha compiuto gli studi in pianoforte alla Universität für Musik und darstellende Kunst di Vienna; successivamente ha vinto vari concorsi internazionali (fra i quali la Franz Liszt Piano Competition di Budapest) e suonato con importanti orchestre europee. Molto apprezzato anche come compositore, ha già scritto una Sinfonia che ha debuttato nel 2019 al Konzerthaus di Vienna, e una Rapsodia commissionata dalla Esterházy Palace di Eisenstadt, eseguita per la prima volta dalla Haydn Philharmonic. Con le sue esplosive improvvisazioni jazzistiche al violino, che a volte suona come se fosse una chitarra, Roman Janoska non è da meno. Nato nel 1989, ha iniziato a suonare il violino all’età di 5 anni, proseguendo poi gli studi ai Conservatori di Bratislava e di Vienna, sotto la guida di Pavel Vernikov. Molto apprezzato sia come musicista classico che jazzista, suona un Ferdinando Gagliano (1785) concessogli in uso dalla Christian Kuhn Collection.
Ondrej Janoska, con la sua ottima tecnica violinistica, spesso sfida Roman in veri e propri duelli di virtuosismo. Se invece si tratta di un pezzo che trasmette malinconia e intensità, le voci dei due violini si fondono in un unico strumento che sente e canta con una sola voce. Classe 1985, Ondrej è stato ammesso al Conservatorio di Stato all’età di soli 10 anni e si è poi perfezionato al Conservatorio di Vienna e all’Università di Graz con Boris Kuschnir. Vincitore di importanti concorsi, dal 2008 al 2012 ha suonato fra i violini primi dell’Orchestra dell’Opera di Stato di Vienna e dei Wiener Philharmoniker. Suona un violino Carlo Ferdinando Landolfi del 1760 di proprietà della Goh Family Collection.
Julius Darvas completa alla perfezione il trio di fratelli. Questo contrabbassista dalla formazione classica manifesta così il desiderio che più gli sta a cuore: “Vogliamo restituire alla musica classica l’arte dell’improvvisazione che è andata persa, ma che ad esempio in epoca barocca era ancora una pratica comune per ogni musicista”. Nato a Costanza nel 1976, Julius appartiene alla terza generazione di una rinomata famiglia ungherese di contrabbassisti. Avviato alla musica dal padre, ha studiato al Landeskonservatorium di Feldkirch in Austria e all’Università di Vienna seguendo gli insegnamenti di Alois Posch. Vincitore della Budapest Jazz Double Bass Competition, dal 2001 suona regolarmente con l’Orchestra dell’Opera di Stato di Vienna e con i Wiener Philharmoniker, con i quali ha effettuato concerti e tournée in tutto il mondo. Grazie alla sua originalità, da tempo lo stile Janoska è diventato un brand di grande valore nell’ambito musicale: The Big B’s è l’ultimo progetto discografico dell’Ensemble per Deutsche Grammophon, dopo gli straordinari successi di Revolution e Janoska Style premiato con il disco d’oro.
