(Giorgio Massignan) Sono quasi 50 anni che mi occupo della tutela del nostro territorio e ambiente. Mi sono confrontato con i sindaci e gli assessori alla pianificazione della Prima e della Seconda Repubblica, intervenendo sui metodi e sui contenuti e cercando di non farmi influenzare dai colori politici.

Anche con l’attuale amministrazione, che ho votato e fatto votare, ho cercato di non farmi condizionare dal mio voto, ma di valutare obiettivamente l’operato nel settore urbanistico. Con non poca sofferenza, mi sono trovato ad assumere l’antipatico ruolo di censore dei metodi e dei contenuti utilizzati dalla vicesindaca per pianificare il territorio.
Ritengo che l’urbanistica sia il settore dell’amministrazione che determina l’assetto e lo sviluppo sociale, culturale, economico e ambientale della città.

È documentato che le scelte d’uso del territorio sono state e, purtroppo, lo sono ancora, il prodotto tra il rapporto del fattore politico con quello economico. Nella Prima Repubblica il fattore politico, grazie ai partiti, riusciva a trattare alla pari con quello economico e, nonostante questo, l’ambiente ha subito pesanti sfregi.

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Giorgio Massignan


Ora, è il fattore economico che guida quello politico e che ne influenza le scelte.
In questo scenario, ho considerato con preoccupazione le scelte di Barbara Bissoli per il ruolo di assessora alla pianificazione e di Giuseppe Perini capo gabinetto del sindaco, entrambi ex consulenti della Fondazione Cariverona.
Speravo in un metodo di pianificazione partecipata e un consumo di suolo molto limitato, invece non è stato così, anzi, si sono riproposi metodi e contenuti simili a quelli del passato.

Il silenzio del popolo del centrosinistra

Ma, la mia profonda amarezza riguarda la mancata reazione del cosiddetto popolo del centrosinistra che, se si fosse mobilitato subito e avesse chiesto con forza di realizzare il PAT con un metodo di pianificazione realmente partecipata, congelando le decisioni più importanti (Marangona, concessioni di nuovi poli logistici, studendati, deroghe in Centro Storico, operazione Acqua surf, ulteriore consumo di suolo, etc…), per valutare come e se inserirle nel nuovo PAT e nel successivo PI, probabilmente la vicesindaca non avrebbe avuto la strada così spianata.

Invece, si è preferito demonizzare coloro che, pur appartenendo al mondo dell’ambientalismo e avendo votato Tommasi, si permettevano di sollevare dubbi sull’operato dell’assessora, definendo le critiche “fuoco amico”.
Anziché aprire un trasparente e costruttivo dibattito sul futuro e sulla vocazione della nostra città, chi non si dimostrava in linea con la Bissoli era considerato un “eretico” e come tale da isolare e insultare (tale è stata la lettera inviatami da Tommasi).
È la seconda opportunità che viene sprecata.