(Angelo Paratico) L’abbazia di Pontida, nella bergamasca, venne fondata nella seconda metà del sec. XI da Alberto da Prezzate (S. Alberto) e fu il centro della vita economica e culturale di quella valle per tutto il Medioevo. Per tradizione è ritenuto il luogo del giuramento di Pontida, che sancì l’alleanza tra i comuni lombardi contro Federico I Barbarossa.

960px Bossi Pontida 1990

Ogni anno la Lega fondata da Umberto Bossi converge su Pontida per celebravi i propri successi elettorali e per prepararsi alle lotte future. I popoli vivono di miti e d’illusioni, che poco hanno a che fare con la realtà. Rainer Maria Rilke scrisse che: “Il vostro mondo esiste solo perché un poeta lo canta.” Nulla di più vero. I poeti abbelliscono sempre il passato, al punto di reinventarlo. Senza Omero cosa sarebbe della distruzione di Troia e del viaggio di ritorno di Ulisse a Itaca?

960px Abbazia di Pontida

Il giuramento di Pontida che, secondo la tradizione, sarebbe avvenuto nel monastero dell’omonimo paese bergamasco, è sicuramente una leggenda. Prova ne sia il fatto che tutti gli storici dell’epoca ignorarono tale avvenimento. Il primo ad accennarne fu Bernardino Corio, nella sua “Historia di Milano” scritta nei primi anni del XVI secolo, ovvero tre secoli dopo quegli avvenimenti. Per quanto riguarda studiosi del calibro di Muratori e di Villani, questi mai ne accennarono nelle proprie opere. Un antesignano dell’unità nazionale, quale fu Nicolò Machiavelli, non parlò mai né di Pontida, né alla battaglia di Legnano. Se questi fossero davvero stati degli avvenimenti di grande importanza storica, egli non avrebbe mancato di nominarli. Dante Alighieri, addirittura, parla solo della battaglia di Legnano, ma per disapprovare la ribellione dei comuni lombardi contro a un monarca illuminato come il Barbarossa. Successivamente, altri storici negarono la storicità del giuramento, il Rotondi, il Giesebrecht, il Cipolla e così via. Agli inizi del XX secolo, nel riparare le mura del monastero di Pontida, fu scoperta una lapide, sulla quale si legge:

“Federatio longobarda pontide, sub. Ausp. Alexandri III P.M. die VII aprilis MCLXVII Monaci Posuere.”

Queste chiarissime parole parvero dimostrare che il Corio aveva visto giusto e che davvero i rappresentanti delle città lombarde, il 7 aprile del 1167, vi prestarono giuramento, Purtroppo, però, a un più attento esame la scritta incisa su quella pietra risultò essere una contraffazione, forse posta da qualcuno che aveva letto l’opera dello storico milanese e la voleva confermare. In particolare, molto sospetto ai latinisti parve il termine “federatio” usato invece di “societas” o “concordia”, più nello spirito dei tempi.

Giuramento di Pontida Giuseppe Diotti 1

La solennità del giuramento fu esagerata nell’Ottocento, assieme a tutto quanto riguardava la Lega lombarda e la battaglia di Legnano, da coloro che intendevano riunificate la penisola italiana. In essa vollero leggere la fondazione dello spirito nazionale, quando in realtà sia Pontida che Legnano furono altra cosa. La Lega fu un labile patto fra alcune città, guidate da Milano e istigato da Papa Alessandro III, che la usò come strumento per perseguire le proprie mire temporali e antimperiali.

Per quanto riguarda la battaglia di Legnano, quella fu vinta dai Milanesi e dai loro alleati sfruttando una superiorità numerica di almeno 3 a 1, secondo il Muratori. Seimila milanesi contro 2000 imperiali che scortavano il Barbarossa e che per la gran parte erano comaschi. Fu un’imboscata, causata da un grave errore di valutazione da parte di Federico Barbarossa, il quale non credeva di avere davanti un nemico così numeroso. Alcuni cavalieri tedeschi s’arreso, ma i comaschi preferirono cadere con le armi in pugno, piuttosto che farsi umiliare dai loro odiati antagonisti lombardi.

Quegli avvenimenti vennero utilizzati dai nostri padri risorgimentali per convincere i timidi e i tentennanti che l’unità nazionale era possibile, però bisognava restare uniti e combattere. Diciamo che il mito funzionò e quel messaggio resta validissimo oggi, ed è dunque giusto che gli italiani rialzino la testa e giurino a Pontida.