Presentati a Verona i progetti innovativi sviluppati all’Azienda Ospedaliera Universitaria Integrata

Videogame interattivi, solette dotate di sensori e risonanza magnetica potenziata dall’intelligenza artificiale: sono queste le nuove frontiere della cura della sclerosi multipla sviluppate dal team del professor Massimiliano Calabrese, responsabile del Centro Regionale ad Alta Specializzazione per la Sclerosi Multipla dell’AOUI di Verona, all’interno della Neurologia B di Borgo Roma, diretta dal professor Michele Tinazzi.

L’obiettivo è migliorare la qualità della vita e la gestione clinica dei pazienti – in gran parte giovani donne – grazie a tecnologie capaci di monitorare costantemente lo stato cognitivo e motorio anche a distanza. «Il nostro impegno – spiega Calabrese – è poter seguire il paziente ogni giorno, anche quando è lontano dall’ospedale, con dati oggettivi che ci permettano di intervenire tempestivamente se compaiono segnali di peggioramento».

Un videogame per allenare la mente e informare il medico

Il primo progetto, già pubblicato su riviste scientifiche internazionali, è un videogioco interattivo che trasforma l’attività ludica in uno strumento clinico. Attraverso la piattaforma digitale, il paziente esegue esercizi cognitivi che permettono al sistema di valutare memoria, concentrazione e tempi di reazione.

Il software, collegato alla rete ospedaliera, invia in tempo reale i dati ai neurologi, che possono così rilevare eventuali variazioni nei punteggi e aggiornare la terapia senza la necessità di una visita in presenza. Un approccio che rende possibile un monitoraggio continuo, impossibile da ottenere con le sole visite ambulatoriali.

Le solette intelligenti per analizzare la camminata

Altro fronte d’innovazione è quello del controllo della deambulazione. Per superare i limiti di spazio dell’ambulatorio, il gruppo del professor Calabrese ha messo a punto solette elettroniche che raccolgono dati sul movimento e li trasmettono direttamente al clinico.

I sensori registrano ogni dettaglio del passo – tempi di appoggio, distribuzione del peso, equilibrio – offrendo un follow-up motorio remoto e personalizzato. Informazioni fondamentali, che consentono di individuare precocemente eventuali peggioramenti e di adattare le terapie riabilitative.

da sx Calabrese Ferraro Bravi

IA e nuove terapie per la medicina del futuro

Il lavoro del Centro veronese integra inoltre intelligenza artificiale e imaging avanzato nella risonanza magnetica, migliorando la capacità diagnostica e il monitoraggio della progressione della malattia. A questi strumenti si affiancano la biobanca per la medicina personalizzata e l’impiego di nuovi farmaci – come gli inibitori della BTK e i rimielinizzanti – che mirano a riparare la guaina mielinica danneggiata.

Un incontro per i pazienti

Le innovazioni sono state presentate ieri durante l’evento “La Sclerosi Multipla 2026: le frontiere della ricerca e della cura”, svoltosi nell’aula De Sandre del Policlinico di Borgo Roma. L’incontro, organizzato dal professor Calabrese in collaborazione con l’associazione Insieme per la Sclerosi Multipla, ha registrato 700 richieste di partecipazione, delle quali 250 accolte per motivi di capienza. È già prevista una seconda edizione.

Sono intervenuti, tra gli altri, il direttore generale Callisto Marco Bravi e il professor Pier Manuel Ferraro, referente per la Ricerca clinica e la persona dell’Università di Verona.

Il Centro di riferimento regionale

Con oltre 2.000 pazienti seguiti e 200 nuovi casi ogni anno, il Centro Sclerosi Multipla dell’AOUI rappresenta un punto di riferimento regionale e nazionale. Solo il 15% dei pazienti proviene dalla provincia di Verona, mentre il 45% arriva dal resto del Veneto e il 40% da fuori regione.

Il modello organizzativo consente di concentrare in un’unica giornata visita, test cognitivi, prelievi ed esami radiologici, offrendo un servizio efficiente soprattutto per chi proviene da lontano.

La malattia: numeri e cause

La sclerosi multipla è una patologia neurodegenerativa e autoimmune che colpisce il sistema nervoso centrale, danneggiando la mielina, sostanza che consente la trasmissione degli impulsi nervosi.

In Italia coinvolge oltre 135 mila persone, con una prevalenza in Veneto superiore a 180 casi ogni 100 mila abitanti. Colpisce soprattutto le donne tra i 20 e i 35 anni, con un rapporto di 3 a 1 rispetto agli uomini.

Alla base della malattia concorrono fattori genetici, ormonali e ambientali, tra cui inquinamento, carenza di vitamina D e alcune infezioni virali. Sebbene non esista una cura definitiva, la diagnosi precoce e la personalizzazione delle terapie consentono oggi di rallentare o arrestare la progressione della disabilità.

«La sclerosi multipla – conclude Calabrese – è la seconda causa di disabilità nel giovane adulto. Oggi, grazie alle nuove tecnologie e alla collaborazione tra medico e paziente, possiamo affrontarla in modo più tempestivo ed efficace, trasformando la ricerca in strumenti concreti di cura quotidiana».

prof calabrese