L’Italia è il Paese europeo con la più alta presenza di imprenditrici. Con 1.522.500 donne titolari d’impresa, professioniste o lavoratrici autonome, il nostro Paese guida la classifica dell’Unione europea, superando Francia (1.484.600), Germania (1.112.600) e Spagna (1.066.700). A rivelarlo è Confartigianato, in occasione della Giornata Mondiale dell’Imprenditoria Femminile.
Nel 2024, l’occupazione femminile indipendente in Italia ha registrato un incremento dello 0,9% su base annua, un dato nettamente superiore alla media UE a 27, ferma al +0,2%. Le imprenditrici artigiane sono 218.314, e la loro presenza è in costante crescita: dal gennaio 2022 al gennaio 2025, l’occupazione femminile complessiva è aumentata del 6,4%, contro il +5,8% registrato tra gli uomini.
«Le donne rappresentano un motore fondamentale di innovazione, sviluppo e coesione sociale», commenta Maria Grazia Bonsignore, presidente nazionale di Donne Impresa Confartigianato. «Siamo consapevoli del nostro ruolo e dei nostri punti di forza, ma serve continuare a investire in strumenti e politiche che permettano di trasformare il talento e la competenza in impresa».
Uno scenario positivo che si riflette anche sul territorio veronese. A gennaio 2025, nella provincia di Verona si contano 18.894 imprese femminili, pari al 20,7% del totale. Nel comparto artigiano, le aziende guidate da donne sono 4.145, equivalenti al 17,8% di tutte le imprese artigiane e al 21,9% dell’intero universo imprenditoriale femminile locale.
«Valorizzare le competenze delle donne significa investire nel futuro del Paese e offrire alle nuove generazioni modelli di riferimento solidi», sottolinea Paola Gratton, presidente di Confartigianato Donne Impresa Verona. «Occorre creare un ecosistema favorevole all’imprenditoria femminile, che renda possibile trasformare le idee in realtà concrete».
Gratton richiama infine l’attenzione sulla necessità di politiche strutturali e inclusive: «Non si tratta solo di conciliare lavoro e famiglia, tema che non può essere considerato esclusivamente femminile. È indispensabile abbattere le barriereche ostacolano la crescita imprenditoriale delle donne. Oltre a un welfare capace di rispondere alle esigenze delle madri, delle figlie e delle lavoratrici, servono misure stabili per l’accesso al credito, una burocrazia più semplice e reti di supporto per sostenere chi vuole intraprendere».
