I docenti universitari se ne faranno una ragione

Il ‘semestre filtro’ per l’ammissione alle facoltà di Medicina e Chirurgia, Odontoiatria e Protesi dentaria e Veterinaria è stato un flop. Il ministro Anna Maria Bernini ha rimediato una figuraccia sia per l’invenzione del semestre, sia per l’organizzazione dell’esame che dovrebbe decidere se uno studente può o non può intraprendere gli studi per diventare medico, dentista o veterinario.
Erano anni che infuriava la polemica sul numero chiuso e sui test d’ammissione alle suddette facoltà. Addirittura in campagna elettorale alcuni esponenti del partiti di maggioranza, mai smentiti né dalla Meloni né da qualche altro leader, ne avevano promesso l’abolizione

Dicono che mancano i medici ma tengono il numero chiuso

Anche perché non si può da una parte dire che mancano i medici e poi mettere dei limiti a coloro che vorrebbero diventarlo.

Poi, come spesso accade, una volta al governo, devono essere iniziate le pressioni dei professori universitari che hanno tutto l’interesse a che gli studenti siano meno possibile. Tutto lavoro in meno.
La Bernini si dev’essere quindi trovata fra due fuochi. Da un lato la potente lobby dei docenti e dall’altro le promesse elettorali e la rabbia degli studenti e delle loro famiglie.

abolire il numero chiuso a medicina

Ecco allora spuntare il compromesso all’italiana e il ministro tira fuori dal cilindro il coniglio del ‘semestre filtro’. Una presa in giro. Un escamotage per fare vedere che il famigerato numero chiuso e gli ancor più famigerati test d’ingresso venivano aboliti, ma che in pratica venivano solo posticipati di 6 mesi. 

Anzi, di 3, visto che i 6 mesi sono iniziati il 1° settembre e finiti il 30 novembre. E già qui ci sarebbe una bocciatura in matematica per i sapientoni ministeriali che hanno partorito questa porcheria.

Di fatto il test d’ingresso è stato solo posticipato e lo sbarramento mantenuto sostituendo i rompicapo con delle domande di fisico, chimica e biologia, notoriamente le più ostiche per chi intraprende quella strada. Una garanzia per essere legittimati a falcidiare i candidati. Cosa che è avvenuta dato che sono passati solo 3 candidati su 10.

A questo s’aggiungonop l’imbroglio ed il caos, visto che la mattina dei test circolavano in rete le foto delle domande. Il ministero aveva l’obbligo di garantire una procedura sicura e imparziale. Fallito anche lì. E l’unione degli studenti annuncia ricorsi alla magistratura.