Vince l’astensione perché alla nostra democrazia manca la partecipazione

(Francesca Truschelli)  Nessuna sorpresa per gli esiti di queste elezioni regionali che confermano nuovamente le posizioni che già conosciamo.  

Al Nord

Il Centro Nord, che comprende le regioni più produttive d’Italia, rimane fedele alla destra. In Veneto, grande esito con oltre il 36% dei voti per la Lega di Zaia e Stefani a discapito di Fratelli dItalia, partito inizialmente visto come potenziale vincitore ma fermo ad un modesto 18,7%. Zaia, candidato capolista in tutte le province è riuscito ad accaparrarsi più di 200 mila preferenze. Solo a Treviso, che l’ha visto in veste di Presidente della Provincia (1998-2005), Zaia si è guadagnato 48.253 preferenze, grande risultato nonostante il calo di affluenza rispetto all’ultima elezione di oltre 15% percentuali. 

Al Sud

Al Sud lo scenario rimane lo stesso di sempre, in Campania e Puglia vince il centrosinistra. In Campania è stato eletto Roberto Fico dei 5stelle con il 60,6% dei voti e la lista del Presidente uscente Vincenzo De Luca riesce a confermare 4 consiglieri, al contempo, le liste di centro destra di Edmondo Cirielli candidato di Fratelli d’Italia, prendono soltanto il 35,7%. 

In Puglia non va diversamente, Antonio Decaro del PD si conferma al primo posto con il 64% dei voti, vincendo ampiamente contro lo sfidante Lobuono del centrodestra.

I risultati nelle 6 regioni che hanno votato nel 2025

Queste elezioni sono state una prova per il Campo Largo, termine con il quale si definisce l’alleanza tra il partito Democratico, il Movimento 5 stelle e gli altri partiti dell’area di centro sinistra. Alleanza più che approvata al Sud poiché oggi, il partito democratico è il primo partito scelto in entrambe le regioni ed ha aumentano il numero di consensi a discapito proprio degli alleati dei cinque stelle e rosicchiando al centro destra. Nonostante il quadro di sconfitta per la destra Fratelli d’Italia, al Sud si conferma primo partito della coalizione. 

Quindi al Sud c’è una grande affermazione del centro sinistra, come del resto prevedibile, mentre in Veneto al Nord, c’è la grande vittoria anche qui scontata del centro destra a traino della Lega e soprattutto di Zaia.Facendo invece luce sugli esiti di queste 3 elezioni regionali i numeri ci dicono che il Campo Largo (area di sinistra) ha ottenuto il 49,5%, di cui nello specifico il 27,3% per il PD; 9% per Casa riformista e PSI; 7,5% per il M5S e 5,8% per Alleanza Verdi Sinistra.

Mentre il Centrodestra si è fermato al 46,4% di cui il 19,6% va a Fratelli d’Italia, il 14,7% a Lega e UDC è 12% per Forza Italia e Noi Moderati.

Chiaramente il dato delle regionali non è significativo del consenso nazionale, poiché gli equilibri di potere e le personalità variano da regione in regione. 

Il quadro complessivo delle regionali 2025

Infatti nel complesso di tutta la tornata di elezioni regionali del 2025, al netto della Valdaosta che ha visto la scontata vittoria degli autonomisti locali, ci sono state tre vittorie per il centro destra in Marche, Calabria e Veneto e tre vittorie per il Centro Sinistra in Toscana, Puglia e Campania, quindi un pareggio e sostanzialmente un equilibrio di consensi che si è mantenuto.

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Aumenta l’astensione

Unico dato permanentemente in negativo è il tasso di affluenza ai seggi, che in Veneto è stato del 44,5% in calo di ben 16 punti percentuali rispetto alle scorse elezioni ed in Campania e Puglia è stato persino ancora inferiore, a riprova della disaffezione dei cittadini verso la politica e verso le urne. Punto che merita un approfondimento a sé, vero è che gli italiani hanno sempre meno fiducia nella politica, la mancanza di corrispondenza, di linearità, di coerenza e credibilità ledono i rapporti di fiducia tra cittadini e istituzioni. Il mantra rimane sempre lo stesso “sono tutti uguali” e “tanto non cambia niente”. 

Sebbene da una parte sia, purtroppo, concepibile e difficile capire a chi affidare le proprie aspettative e speranze, dall’altra, si evince una lampante mancanza di interesse e responsabilità. 

E visti tutti i problemi che stiamo vivendo in questo momento storico in Italia, spesso frutto di condotte e scelte politiche passate, sarebbe forse il caso di iniziare a farsi sentire realmente, interessandosi a ciò che ci circonda e partecipando attivamente. Le chiacchere da Bar e le frasi fatte di cui siamo spesso vittime o promotori non hanno mai cambiato il corso degli eventi.

Aveva ragione Giorgio Gaber 

L’individualismo che ci rappresenta è solo una maschera che però cade quando i problemi di cui sentiamo parlare non riguardano più il mondo esterno, ma toccano il singolo o chi sta vicino a noi, e soltanto allora si inizia a prenderne consapevolezza. 

È difficile pensare di tornare alla collettività che una volta ci rappresentava come popolo ma non impossibile. Per fronteggiare le difficoltà serve consapevolezza e coesione e per essere uniti serve un obbiettivo comune, che è il nostro benessere come cittadini, la nostra sicurezza, la salute e e tutti quei diritti e doveri che devono rimanere il nostro focus. 

E in quale modo farsi sentire se non partecipando al voto? Godiamo ancora di questo diritto e vale la pena sfruttarlo. “La libertà è partecipazione” cantava Gaber nel 1972 e oggi più che mai serve ricordarlo.