(Antonella Traina) E la mostra, quest’anno per la prima volta è stata allestita nel Palazzo del Capitanio, in piazza dei Signori, uno dei monumenti storici più belli di Verona.
«I lavori in corso nell’Arena e le Olimpiadi non ci hanno permesso di usare, come ogni anno, gli arcovoli-, spiega Michela Mendiola, curatrice e organizzatrice degli eventi per la Fondazione Verona per l’Arena. – Gli spazi sono più limitati e abbiamo dovuto contenere l’allestimento e rinunciare a molte opere, rispetto agli anni scorsi, in compenso gli affreschi del palazzo contribuiscono a rendere più suggestiva la visita».
Marche, Lazio, Emilia-Romagna, ma anche Liguria, Basilicata, Sicilia e Campania sono alcune delle regioni italiane da cui provengono i vari presepi. Nutrito il numero dei paesi stranieri che hanno fornito i loro presepi. Cile, Egitto, Sri Lanka, Filippine, Africa, Inghilterra, Austria e Repubblica Ceca, i principali paesi rappresentati.

E’ la famiglia il tema della rassegna 2025
Tutte le opere rappresentano, come si diceva, la Sacra Famiglia. Un tema che sta particolarmente a cuore ai curatori della mostra. «Con la crisi della società contemporanea lil modello di Nazareth è un faro illuminante. L’unità familiare è il tema di questa quarantunesima edizione della manifestazione veronese-spiegano-. Nella mostra si è voluto vestire di nuovo entusiasmo anche l’aspetto visivo del presepe e, nel segno dell’arte e del costume, interpretare l’urgente necessità di riprogrammare il pensiero sociale, perché solo una cultura autentica può restituire all’uomo l’innocenza e la dignità della propria esistenza».
Un rilievo particolare hanno, nell’allestimento, i numerosi diorami «Si tratta di riproduzioni in scala ridotta di una scenografia che ricrea diverse ambientazioni – spiega. Michela Mendiola. -Una sorta di scatole magiche che creano l’effetto della profondità».
E così possiamo vedere a Natività inserita nel contesto di una grotta palestinese, come nel presepe del marchigiano Elio Oddi, oppure in un borgo dell’Abruzzo, Lorena Narcisi, Pino Bozzarelli, invece, in due diversi diorami, rappresenta il bagnetto di Gesù bambino e il tormento di Giuseppe, che deve affrontare la maternità di Maria.

E poi Giuseppe che porta in braccio Maria incinta su un ponte di Venezia, Giovanni Rosati, Abruzzo, per affrontare il tema della crisi ambientale e dell’inquinamento. Accanto a questi la tradizione del presepe napoletano, con la sua infinità varietà di personaggi, di Giulio Illibato. La Sicilia invece spicca per un monumentale presepe con acqua corrente e personaggi che si muovono. Allestito in una apposita saletta di 3 metri per 3, vuole rappresentare tutti i mestieri del mondo.
Fra i presepi per così dire stranieri spiccano quelli della Repubblica Ceca, coloratissimi e vagamente barocchi.
Anche Verona ha il suo spazio. Andy Bonin, di Bovolone, espone un presepe in cui Giuseppe, Maria e il bambino escono dalle pagine di un ibro. L’opera è dedicata al padre, deceduto da poco. Invece Francesca Lamon riproduceCastelvecchio in scala fedele con statuine 3D in vetroresina, modellate a mano, e con dettagli come mattoni, sassi e legno di balsa. Qui la sacra famiglia trova rifugio sotto un portico veronese al posto delle tradizionali grotta o capanna.
La mostra sarà visibile fino al 28 Gennaio.
X
x
