L’Ordine degli Architetti della provincia di Verona dedica una giornata di studi alla figura dell’architetto e museografo veronese Arrigo Rudi, protagonista indiscusso della museografia italiana del ‘900 e autore, tra le molte opere, dello storico allestimento del Museo Lapidario Maffeiano. Il convegno, dal titolo “Il perimetro della memoria urbana: Arrigo Rudi e il Museo Lapidario Maffeiano a Verona”, si terrà venerdì 5 dicembre alle 17:30, nella Sala M15, nella sede dell’Ordine (via Santa Teresa 2, Verona).
L’iniziativa rappresenta il punto di arrivo di un articolato percorso di ricerca condotto da laureandi e dottorandi in Composizione Architettonica della Scuola di Dottorato dell’Università IUAV di Venezia. Il loro lavoro propone una lettura approfondita dell’allestimento del Lapidario Maffeiano realizzato da Rudi nel 1982, aprendo al contempo una più ampia riflessione sul suo ruolo di architetto e museografo, e sulle prospettive future del museo all’interno della rete dei musei archeologici veronesi.

Cinquant’anni di attività, oltre 200 opere e un approccio progettuale intimamente legato alla cultura materiale e artistica della città fanno di Arrigo Rudi (1929–2007) una figura di riferimento. Allievo e collaboratore di Carlo Scarpa, Rudi ne ha raccolto l’eredità nel campo dell’allestimento museale, portando avanti un’idea di progetto fondata sull’equilibrio tra forma urbana, storia e innovazione espositiva.
Ad aprire l’incontro saranno i saluti istituzionali di Alberto Vignolo, vicepresidente dell’Ordine. A seguire, i contributi dei ricercatori IUAV – Alberto Ghezzi y Alvarez, Leandro Esposito, Matilde Castagnotto, Anna Faccin, insieme a Giovanni Marras e Teresita Scalco dell’Archivio Progetti – illustreranno il percorso di studi condotto e, in particolare, il valore del Fondo Rudi conservato presso l’ateneo. Interverrà inoltre Giovanni Poletti, docente dell’Università di Bologna, con una relazione dedicata alla lezione museografica di Rudi.
La giornata si concluderà con un dibattito aperto, arricchito dall’intervento finale di Francesca Morandini, curatrice delle collezioni archeologiche dei Musei Civici di Verona, che delineerà le possibili evoluzioni del Lapidario Maffeiano in dialogo con i musei archeologici cittadini.

Arrigo Rudi e Verona
L’allestimento del Museo Lapidario Maffeiano rappresenta solo una delle molteplici testimonianze dell’opera di Rudi, architetto profondamente legato alla sua città. Tra i suoi lavori più significativi si ricordano il restauro e il riordino museale del Museo di Castelvecchio (1958–1964), il progetto della Banca Popolare di Verona (1974–1978), gli interventi per il Castello di Malcesine, la musealizzazione del complesso di Palazzo Trinci-Deli e la progettazione della Biblioteca “Dante Alighieri” a Cesena. Fu autore anche di interventi museali per Santa Giulia a Brescia e per il Museo Estense di Modena.
Il Lapidario Maffeiano, situato nel cortile dell’Accademia Filarmonica in piazza Bra, raccoglie una delle collezioni epigrafiche più antiche d’Europa. Le sue origini risalgono alle raccolte iniziate nel XVII secolo, arricchite poi dall’opera di Scipione Maffei, che ampliò la collezione attraverso l’acquisizione di importanti documenti epigrafici. L’allestimento di Rudi, inaugurato nel 1983, restituisce parte dell’impianto originario pur adattandosi alle trasformazioni architettoniche intervenute nel corso del Novecento. Ancora oggi costituisce un significativo punto di riferimento per la museografia veronese e per lo studio del rapporto tra architettura, storia e narrazione urbana.
Il convegno del 5 dicembre offrirà dunque un’occasione preziosa per riscoprire il lavoro di Arrigo Rudi e per interrogarsi sul futuro del Museo Lapidario Maffeiano, riaffermandone il valore come luogo identitario e snodo culturale della città scaligera.
