(Alberto Tomiolo e Mao Valpiana) Le elezioni regionali sono alle spalle: risultato deludente della lista Avs che nella circoscrizione di Verona ha ottenuto solo il 3,36%, ultima di tutte le province.  I motivi del flop sono imputabili anche alle interferenze dei vertici nazionali e regionali di Europa Verde nei confronti del gruppo locale, giungendo fino all’annullamento dell’assemblea provinciale e poi al commissariamento. Una vicenda penosa, che ha portato alla fuga degli elettori.

Crepuscolo verde
Alberto Tomiolo

Il commissariamento dei Verdi di Verona

Il commissariamento dei Verdi di Verona ha permesso che la lista per le elezioni regionali venisse decisa a tavolino, senza nemmeno consultare gli iscritti, ricorrendo ad indipendenti di altre liste o altri partiti, senza passare da un’assemblea locale, neppure fintamente democratica;  la lista dei candidati AVS è stata depositata e solo il giorno dopo il Commissario dei Verdi ha fatto da notaio ad un incontro che ha ratificato la nascita di un nuovo circolo veronese di EV con alcuni iscritti (in saldo, a 10 euro l’anno) trasferiti a piè pari da altre formazioni politiche, civiche, associative, per occupare lo spazio reso vuoto dal commissariamento stesso.

Risultato di tutta questa operazione politica: azzerato lo storico gruppo dei Verdi della provincia di Verona (compresi una senatrice, un consigliere provinciale, un paio di consiglieri comunali), colpevole di non condividere la linea politica dei capi, per sostituirlo con un gruppo di “nuovi” (reduci) che non disturberanno il manovratore, a cui interessava solo mettere le mani sul simbolo, per poter gestire una piccola rendita di potere locale.

Crepuscolo verde
Mao Valpiana

Verdi senza partito

Non abbiamo accettato il commissariamento per essere partecipi di tale degenerazione politica. Rimaniamo “verdi senza partito” (per citare Silone), come già da tempo ci sentiamo, e continuiamo a fare la nostra parte, senza tessera di partito, ma come co-fondatori dei Verdi del Sole che Ride (1985) e dei Verdi Arcobaleno (1989), non possiamo avallare la china discendente intrapresa dagli attuali dirigenti di un partito che ha perso la memoria di se stesso e si è ridotto ad essere un comitato elettorale (per altro perdente).

Sinistra Italiana ed Europa Verde ‘separati in casa’

La lista veronese per le elezioni regionali era la sommatoria di due liste di “separati in casa” (Sinistra Italiana e Europa Verde), che hanno due campagne elettorali separate, correndo ognuno in proprio; per di più la componente di Europa Verde aveva due indipendenti, che hanno corso per conto proprio, anche loro separati in casa. E i risultati, non entusiasmanti, si sono visti!

Stare nei Verdi per noi significava stare in una comunità politica tenuta insieme dall’idea federalista: liste locali che facevano politica ambientale sul territorio, solidali tra di loro, che unite insieme facevano poi politica a livello regionale e infine nazionale. Dalla periferia verso il centro, dove il potere (anche di eleggere rappresentanti nelle istituzioni) stava in basso e il vertice aveva solo un ruolo di coordinamento. 

Un po’ di storia

Questo accadeva dal 1985 al 1995, la stagione feconda della semina verde in Italia. Poi, adeguandosi alle riforme elettorali maggioritarie e alla partitocrazia, il potere si è trasferito sempre più dalla periferia al centro, dalla base al vertice, e il movimento si è trasformato in partito. Anche la scelta di traghettare Europa Verde verso Alleanza Verdi Sinistra (un OGM politico) è stata decisa in una stanza per soli addetti ai lavori.  EV è ormai un partito tradizionale come tutti gli altri, senza più tensione alternativa.

Fuori da Europa Verde per la pace fra gli uomini e con la natura

Avremmo potuto ingaggiare una battaglia statutaria per violazione degli articoli 4 e 8 del Regolamento sulle adesioni, ma abbiamo sempre preferito la politica viva a quella delle carte bollate e non ci siamo messi sullo stesso piano dei burocrati delle espulsioni. 
Non siamo noi che usciamo dai verdi, è Europa Verde che si è chiusa nel fortino e ha alzato muri; ma chi erige muri, non sa cosa lascia fuori.  Noi siamo rimasti fuori, più liberi di continuare a fare politica per la pace tra gli uomini e con la natura.