(di Francesca Romana Riello) Panoramic Banana inaugura la sezione danza dell’Altro Teatro, e Panoramic Banana arriva al Camploy con quella promessa di sorpresa che accompagna gli spettacoli attesi davvero. Giovedì 11 dicembre, alle 20.45, la compagnia di Michele Di Stefano porta a Verona un lavoro che ha già fatto parlare di sé per la sua capacità di unire rigore, immaginazione e una leggerezza che resta addosso.
Un panorama che cambia davanti agli occhi
Il titolo, ironico e quasi disarmante nella sua immediatezza, apre un mondo che si muove senza mai stabilizzarsi. Un paesaggio che si costruisce a vista, fatto di corpi che sembrano voler dire più di quello che raccontano. Di Stefano, Leone d’Argento alla Biennale Danza, restituisce un’idea di danza che non si spiega: si vive.
I danzatori avanzano, arretrano, oscillano. A tratti sembra di percepire un respiro collettivo, un ritmo che passa da uno all’altro e si appoggia anche sulla platea. È qui che il pubblico si ritrova a seguire un panorama vivo, capace di cambiare forma con un gesto appena accennato.
La rassegna L’Altro Teatro trova in questo lavoro una sintesi perfetta del suo intento: offrire visioni, più che spettacoli; aprire spazi di possibilità, più che proporre un cartellone.
Tema e poetica di Panoramic Banana
Il cuore del progetto è il rapporto tra corpo e spazio, tra il singolo e ciò che lo circonda. Panoramic Banana riflette su come ci muoviamo, come ci influenziamo a vicenda, come attraversiamo luoghi che spesso consumiamo senza accorgercene.
L’evocazione di un altrove tropicale, quasi da cartolina, si ribalta poco alla volta in qualcosa di più problematico. La leggerezza del titolo lascia emergere il tema del turismo di massa, che modifica e snatura i luoghi, li rende scenografie più che spazi vissuti.
Una riflessione che dialoga sugli impatti della pressione turistica in Italia
È danza, sì. Ma è anche un modo per rimettere a fuoco il nostro sguardo, come quando una foto patinata mostra molto meno della realtà che contiene.

Corpi, flussi, attraversamenti
La compagnia descrive lo spettacolo come una “collezione di suoni, danze e immagini” che richiama un mondo ai confini, torbido e pulsante. E in scena questo si sente: i corpi diventano masse che si compattano e si disperdono, evocano attraversamenti continui, quasi a ricordare i movimenti incessanti di un turismo globale che non conosce pause.
Il movimento non è mai decorativo: è una domanda aperta. Come guardiamo i luoghi? Come li abitiamo? Come li consumiamo?
Un incontro prima della scena
Alle 19 è previsto un incontro con Michele Di Stefano e la compagnia, un momento prezioso, per entrare nelle pieghe del processo creativo. Un’occasione per ascoltare gli artisti e intuire come nasce un lavoro che parla molto più di ciò che mostra.

Come As You Are
La rassegna, diretta da Fabrizio Arcuri e realizzata dal Comune di Verona con Arteven, continua a immaginare il teatro come luogo accogliente, dove arrivare senza codici e senza aspettative. “Venite come siete”, verrebbe da dire, perché è così che ogni spettatore viene accolto: con la propria curiosità e la propria storia.
Gli incontri prima degli spettacoli rafforzano questa idea di comunità teatrale, fatta di dialoghi e domande condivise.
Informazioni e biglietti sul sito Spettacoloverona e Comune di Verona Vendite presso Box Office (via Pallone 16) e sui circuiti Boxol, BoxOfficeLive e Arteven. Il botteghino del Camploy apre alle 20.

