L’Unione degli Universitari: sistema opaco e discriminatorio

Ieri 10 dicembre, si è svolto il 2° appello del semestre filtro, una giornata intensa per gli studenti impegnati nelle 3 prove previste, ciascuna della durata di 45 minuti, intervallate da 15 minuti di pausa. Al termine del percorso, soltanto il 30% dei partecipanti potrà accedere alla fase successiva, confermando ancora una volta la natura selettiva — e per molti ingiusta — del nuovo sistema di accesso a Medicina e Chirurgia.

Fin dalle prime ore del mattino l’UDU è stata presente fuori dalle aule per distribuire il questionario nazionale dedicato all’andamento del semestre filtro e per informare la comunità studentesca sulle azioni legali avviate a livello nazionale. L’obiettivo è raccogliere dati, segnalazioni e criticità per costruire una risposta collettiva alle mancanze denunciate ormai da mesi.

Mancano i medici ma si continua a discriminare chi vuol fare medicina

“Il semestre filtro si conferma un sistema opaco e discriminatorio: chiedere agli studenti di scegliere al buio se rifare o meno la prova è una violazione evidente del diritto allo studio. Non esistono graduatorie, non ci sono dati ufficiali e chi ritenta rischia di perdere un voto positivo già conseguito,” afferma Maddalena Baruchelli, rappresentante degli studenti di Medicina e Chirurgia in Consiglio Studentesco per UDU Verona.
“È inaccettabile che oltre 54mila aspiranti vengano messi in queste condizioni mentre il Ministero continua a non rendere pubblici nemmeno i criteri di valutazione. Di fronte a questa ennesima criticità abbiamo aperto un nuovo fronte legale: verrà inviata una diffida collettiva nazionale al Comitato Europeo dei Diritti Sociali per garantire agli studenti la possibilità di conservare tutti i voti positivi ottenuti nella prima sessione e scegliere successivamente quale esito mantenere, una volta resi pubblici i dati necessari.”

Alle iniziative già avviate si affianca infatti la preparazione di un ricorso collettivo, che ha già superato le 2.000 adesioni. Una risposta forte, destinata a raggiungere il Comitato Europeo dei Diritti Sociali come strumento ritenuto “più rapido e incisivo” per ottenere un intervento immediato.

Contro la beffa del semestre filtro il ricorso al Comitato Europeo dei Diritti Sociali

“Il ricorso al Comitato Europeo dei Diritti Sociali è oggi lo strumento più efficace contro un modello che calpesta il diritto allo studio, privo di trasparenza, standard minimi e coerenza normativa,” spiegano dall’UDU.
Greta Leonardi, coordinatrice di UDU Verona, sottolinea: “Chiediamo il riconoscimento delle violazioni sistemiche, la tutela effettiva del diritto allo studio e l’ingresso in sovrannumero di chi è stato penalizzato da un sistema che rischia di compromettere l’intero accesso alle facoltà mediche e ignora completamente il tema dell’ingresso alle scuole di specializzazione. Continueremo a lavorare anche sulle vie istituzionali tradizionali, ma non possiamo attendere mesi mentre migliaia di studenti rischiano di essere esclusi ingiustamente. È ora che le istituzioni assumano le loro responsabilità e intervengano per ristabilire condizioni eque e trasparenti per tutte e tutti.”

Con l’aumento delle contestazioni, delle mobilitazioni e delle adesioni ai ricorsi, cresce la richiesta collettiva di una revisione urgente di un sistema che, a soli pochi mesi dalla sua introduzione, mostra criticità strutturali ormai sotto gli occhi di tutti.