Bravi: «Meno burocrazia, diagnosi più precise e servizi più semplici per i cittadini»
Un ospedale sempre più digitale, tecnologico e vicino ai cittadini. L’Azienda ospedaliera universitaria integrata di Verona chiude il 2025 con oltre 32 milioni di euro di investimenti e guarda al 2026 puntando su un obiettivo chiave: semplificare l’accesso alle cure, rendendo l’ingresso in ospedale simile a un check-in aeroportuale.
Il 2025 è stato segnato dal rafforzamento dell’alta tecnologia e dall’ottenimento della certificazione EMRAM livello 5, il più alto grado di maturità digitale in Veneto. Cartelle cliniche, referti, farmaci e processi assistenziali sono ormai quasi interamente digitalizzati, con benefici diretti su tempi, sicurezza e qualità delle cure.
Gli investimenti di AOUI
Sul fronte clinico, l’investimento più rilevante riguarda la diagnostica di precisione: 15 milioni di euro per sette nuove apparecchiature di ultima generazione tra Borgo Trento e Borgo Roma. Spicca il Linac-MRI, acceleratore lineare con risonanza magnetica integrata per la radioterapia adattativa, di cui Aoui è l’unica struttura pubblica in Italia. La tecnologia consente trattamenti oncologici più mirati, meno sedute e una riduzione delle liste d’attesa. Nuove TAC, angiografi digitali e una PET/TC con intelligenza artificiale migliorano ulteriormente accuratezza diagnostica e sicurezza per i pazienti.

Importanti anche i risultati delle eccellenze cliniche: dalla cardiochirurgia, con il primo impianto in Veneto di cuore artificiale Carmat, ai trapianti di fegato, dalla chirurgia della mano con tecnologia 3D alla neurologia e alla pneumologia. La sperimentazione sulla chirurgia robotica ha inoltre prodotto un risparmio annuo di 1,8 milioni di euro grazie alla riduzione dei costi dei materiali.
Guardando al futuro, il 2026 sarà l’anno della semplificazione per l’utenza. Con nuovi totem multifunzione, una app di navigazione indoor e un sito aziendale rinnovato, basterà un’unica operazione per accedere a visite, pagamenti, prenotazioni e orientamento nei reparti.
«La transizione digitale – sottolinea il direttore generale Callisto Marco Bravi – significa meno burocrazia, diagnosi più precoci e una vita più semplice per chi entra in ospedale. Nel 2026 lavoriamo su strumenti di self-accettazione che renderanno l’accesso alle cure più rapido e intuitivo».
