Parte la sperimentazione la Polizia Penitenziaria di un nuovo strumento di dissuasione e autodifesa con lo spray al peperoncino. Secondo quanto spiegato dal Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria (SAPPE) potrà essere utilizzato “nel pieno rispetto del principio di proporzionalità tra offesa e difesa” per fronteggiare azioni violente, minacce o resistenze rivolte agli operatori o a terzi coinvolti. Lo precisa il segretario generale del sindacato,Donato Capece, sottolineando inoltre che “le cartucce destinate all’attività addestrativa e lo spray decontaminante contengono esclusivamente sostanze non nocive”.

Dove sarà utilizzato lo spray al peperoncino
La sperimentazione, della durata di 6 mesi, riguarderà le celle e le aree detentive, compresi corridoi e spazi interni ed esterni ai reparti; attività di trasporto dei detenuti; interventi dei gruppi speciali del Corpo
È invece vietato l’utilizzo all’interno degli automezzi della Polizia Penitenziaria.
Al termine del periodo di prova, una Commissione redigerà una relazione conclusiva che sarà sottoposta al Capo del DAP, per valutare l’eventuale dotazione definitiva dello strumento.
Capece: “Segnale positivo, ma servono interventi concreti”
“Piuttosto che niente, piuttosto”, commenta Capece, ricordando come il personale operativo “svolga servizio all’interno delle sezioni detentive completamente disarmato” mentre le aggressioni avrebbero raggiunto “picchi inaccettabili”.

Per il leader del SAPPE, chi aggredisce un appartenente alle Forze di Polizia “attacca lo Stato” e la risposta deve essere “ferma per evitare emulazioni”. Capece riconosce una maggiore attenzione del Governo e dell’Amministrazione Penitenziaria, ma ribadisce la necessità di “interventi concreti e urgenti”.
L’ipotesi di nuovi strumenti non letali
Capece avanza anche la proposta di valutare l’introduzione di ulteriori strumenti di difesa non letali, come il Flash Ball o il BolaWrap.
Il Flash Ball, già in dotazione alla polizia francese, spara proiettili di gomma morbida da 44 mm a bassa energia, progettati per ridurre il rischio di lesioni gravi. Il BolaWrap, invece, lancia un laccio in Kevlar lungo circa 2,5 metri che si avvolge rapidamente attorno al soggetto, limitandone i movimenti: uno strumento già adottato da alcune polizie locali italiane.
“È un dispositivo non violento e utile per gestire persone non collaborative, spesso in stato di alterazione o in condizioni pericolose, come frequentemente accade in carcere”, conclude Capece.
