I servizi dell’ULSS 9 per la prevenzione, diagnosi e trattamento delle epatiti
Il 28 luglio è la data di nascita del ricercatore Baruch Blumberg, il premio Nobel che per primo ha caratterizzato il virus dell’Epatite B. Perciò è la Giornata Mondiale contro le Epatiti. Il motto 2025 è: “Abbattiamo le barriere che ci impediscono di raggiungere un mondo libero dall’epatite”, e sottolinea la necessità di favorire a livello globale l’accesso alla diagnosi e ai trattamenti per le diverse forme di epatite virale, per ridurne la trasmissione e le conseguenze sulla salute.

Con epatite si intende un’infiammazione del fegato, da 5 forme virali: epatite A (HAV), B (HBV), C (HCV), D (HDV) ed E (HEV). Uno degli obiettivi fissati dall’OMS è ridurre drasticamente il numero delle epatiti B e C. Queste forme virali si trasmettono per via parenterale: contatto con sangue infetto o dispositivi contaminati, per via sessuale e peri-natale. Specie se non diagnosticate e trattate precocemente, possono diventare croniche e causare gravi complicanze, come la cirrosi, l’insufficienza epatica e il tumore al fegato (epatocarcinoma).
L’ULSS 9 è impegnata nella prevenzione, diagnosi e trattamento dell’epatite.
Dal 1991 è obbligatoria contro il virus B che causa l’Epatite B. Il vaccino a DNA ricombinante, molto efficace e altamente sicuro, ha modificato il panorama epidemiologico sia a livello nazionale che locale: si è passati infatti dagli oltre 2 milioni di portatori in epoca pre-vaccinale ai 400-500 mila, 10 anni dopo l’introduzione del vaccino.
Oltre alla vaccinazione infantile, l’OMS raccomanda l’uso di profilassi antivirale per la prevenzione della trasmissione dell’epatite B da madre a figlio. Inoltre, in caso di madre positiva, il neonato dovrà effettuare un ciclo vaccinale accelerato per ridurre il rischio d’infezione.
Per l’epatite C non esiste ancora un vaccino, ma è attivo uno screening gratuito rivolto ai nati tra il 1969 e il 1989, invitati tramite lettera a domicilio, e a gruppi di popolazione a rischio (utenti dei servizi per le tossicodipendenze e detenuti). Lo screening, che prevede l’esecuzione di un prelievo di sangue, permette di identificare e curare precocemente le persone con l’infezione virale da HCV, indirizzando i soggetti positivi ai centri specialistici presenti nel nostro territorio. Dal 2014 sono disponibili anche in Italia dei farmaci che consentono di curare la malattia in modo efficace e con pochi effetti collaterali. Per approfondimenti, si può consultare questa pagina del sito dell’ULSS 9: https://www.aulss9.veneto.it/index.cfm?action=mys.page&content_id=2159
Distretto 1. Nel Distretto 1 – Verona dell’ULSS 9, per quanto riguarda la cura di queste patologie, referente è la Dott.ssa Veronica Del Punta, in collaborazione con il SerD/Servizio per le Dipendenze del Distretto 1. «Attualmente abbiamo in carico 250 pazienti con epatite virale, dei quali 20 sono in trattamento antivirale per infezione da HBV», spiega la Dott.ssa Del Punta. «Nel 2025 i nuovi casi riferiti e presi in carico sono stati fino ad ora una decina. Nel 2024, con l’utilizzo in nuovi farmaci antivirali (DAA’s) ad azione diretta, 14 pazienti HCV positivi sono stati eradicati e quest’anno già 5 pazienti sono stati sottoposti a terapia antivirale. Siamo coinvolti anche nello Screening Regionale per epatite C».
Distretto 2. Nel Distretto 2, l’Unità Operativa Complessa di Gastroenterologia dell’Ospedale di San Bonifacio, diretta dal Dott. Ephrem Ntakirutimana, presenta nell’equipe due epatologhe, le Dott.sse Camilla Cerioli ed Emilia Calderini. «La nostra UOC si impegna costantemente con ambulatori dedicati e un servizio di Day Hospital, ogni martedì, per offrire cure mirate», spiega il Dott. Ntakirutimana. «Nel 2024 abbiamo avuto in carico 150 pazienti con epatite B, di cui 35 in terapia anti-virale. Abbiamo inoltre trattato ed eradicato 12 pazienti con infezione da virus epatite C. In questa Giornata Mondiale adottiamo anche noi il motto “Abbattiamo le barriere che ci impediscono di raggiungere un mondo libero dall’epatite”. Più diagnosi, più cure e meno epatite: insieme possiamo fare la differenza».
Distretto 3. In un quadro generale che vede l’epatite B cronica come una vera sfida per la Sanità, nel Distretto 3 – Pianura Veronese la UOSD Malattie Infettive dell’Ospedale di Legnago, di cui è Responsabile il Dott. Stefano Nardi, offre un servizio ambulatoriale per la diagnosi e cura dei casi di epatite virale, principalmente epatite B cronica: «Il nostro Ambulatorio – spiega il Dott. Nardi – ha in carico circa 500 pazienti con epatite B, 120 dei quali in trattamento farmacologico cronico e monitorati periodicamente.
Le terapie farmacologiche consistono in trattamenti orali, ottimamente tollerati ma che non sono in grado di eradicare il virus, consentendo comunque una permanente soppressione della replicazione e minimizzando quindi le conseguenze più gravi (cirrosi, scompenso epatico, tumore del fegato)».
Distretto 4. L’Unità Operativa Semplice Dipartimentale di Gastroenterologia ed Endoscopia del Distretto 4, diretta dal Dott. Lorenzo Lomonaco, afferente al Dipartimento Internistico diretto dal Dott. Paolo Garzotti, pone una particolare attenzione all’ambito delle malattie epatiche virali. «Nei nostri ambulatori epatologici all’Ospedale di Villafranca-Bussolengo passano annualmente circa 130 pazienti con epatite B in trattamento antivirale o in follow up clinico terapeutico», spiega il Dott. Lomonaco.
«Il nostro Centro Epatologico è coinvolto anche nello Screening regionale dell’epatite C per il Distretto 4. Nel 2024 con l’utilizzo in nuovi farmaci antivirali (DAA’s) ad azione diretta, 38 pazienti HCV positivi sono stati eradicati e nel 2025 già 15 pazienti hanno iniziato la terapia antivirale. La maggior parte del lavoro viene eseguita presso il Day Hospital di Villafranca». Di recente il Dott. Lomonaco è stato nominato referente locale per la Rete Epatologica Veneta (REPAV).
