Il cedro secolare di Piazza Bra è sempre più vicino alla sua messa in sicurezza definitiva. Dopo settimane di interventi complessi, i tecnici hanno completato il posizionamento dei 20 pali interrati che, collegati a tre punti di ancoraggio, terranno saldamente la pianta al terreno. L’impatto visivo sarà minimo: resteranno visibili soltanto le funi in acciaio che, una volta in tensione, garantiranno stabilità all’albero. Salvo imprevisti, i lavori termineranno giovedì.

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L’intervento, coordinato da AMIA su indicazione della Soprintendenza e in sinergia con ingegneri, geologi, arboricoltori e archeologi, si è reso necessario dopo che a fine giugno una perizia urgente aveva rilevato un sollevamento della zolla radicale, segnalato da un giardiniere dell’azienda. Pur in buone condizioni fisiologiche, l’albero – alto 19 metri, con un peso stimato di 16 tonnellate e un’età di oltre 150 anni – era considerato a rischio crollo.

Per consentire l’inserimento dei pali, nelle scorse settimane è stato necessario scendere circa due metri sotto il livello raggiunto dagli scavi archeologici, che avevano accertato l’assenza di reperti storici nei punti di intervento. I pali sono stati cementati insieme con una gettata di calcestruzzo, poi ricoperta di terreno e erba.

Giovedì, contestualmente alla messa in tensione delle funi, è previsto lo smontaggio della gru da 100 tonnellate che dal 4 agosto sostiene il cedro. In quella stessa giornata si valuterà la rimozione – totale o parziale – delle transenne, a seconda dell’esito delle prove di tenuta e della durezza raggiunta dal calcestruzzo.

Il primo passo dell’operazione aveva riguardato la traslazione della “Piastra al Deportato” in un punto più visibile dell’aiuola, di fronte all’Arena. «Fin dall’inizio – spiega Francesco Donini, dottore forestale e coordinatore del Verde Verticale di AMIA – non sono mancate complicazioni che hanno portato a modifiche del progetto originario. Si è scelto di aumentare il numero dei pali, riducendo però la profondità, e di unirli con calcestruzzo. Ora i rischi maggiori sembrano superati e contiamo di concludere entro Ferragosto, in anticipo sul programma iniziale. È stata una vera corsa contro il tempo, resa ancora più impegnativa dal periodo estivo e dalle chiusure aziendali».