(Simone Vesentini) L’Italia è conosciuta nel mondo per le sue eccellenze enogastronomiche tutelate da marchi come DOP, IGP e STG. Esiste però una denominazione più intima e vicina alla vita delle comunità: la De.Co. (Denominazione Comunale). Non è un marchio commerciale ma un “sigillo culturale” con cui i Comuni riconoscono ricette e prodotti agroalimentari simbolo della loro identità.
La De.Co attesta che un prodotto o ricetta appartiene davvero alla storia di un luogo e che assaggiarlo significa entrare nello spirito di quella comunità.

Le De.Co. in città

Il Comune di Verona ha riconosciuto 7 specialità: Gnocchi di patate, Renga di Parona, Pastissada de caval, Pearà, Nadalin, Broccolo di Novaglie e Risotto all’Amarone della Valpolicella DOCG. 
Eccellenze che custodiscono la memoria gastronomica della città e che, se raccontate con cura, possono diventare potenti ambasciatrici di turismo e cultura.

Le De.Co. in provincia

Anche molti altri Comuni della provincia scaligera hanno scelto di valorizzare le proprie eccellenze: dai Tortellini di Valeggio ai Marroni di San Zeno di Montagna, dai Bisi di Colognola alle Ciliegie della Valpolicella, fino al Formajo nel pignato di Malcesine. Un mosaico che racconta la straordinaria varietà del territorio.

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I ‘bisi’ di Colognola ai Colli

Le De.Co. generano valore su molti livelli. 

Per i produttori, perché significano riconoscimento e differenziazione.
Per i ristoratori, perché sono piatti unici che attraggono gli appassionati del buon mangiare e per i consumatori che le considerano una garanzia di tipicità.
E poi per la comunità locale, perché rappresentano orgoglio identitario ed indotto economico.

Palcoscenico naturale delle De.Co sono i Ristoranti Tipici, attività che sanno collegare tradizione, visitatori e quotidianità, trasformando il pasto in esperienza autenticamente veronese.
Il riconoscimento De.Co. da solo non basta per valorizzare un prodotto o una ricetta. Ha infatti senso solo se accompagnato da una narrazione capace di valorizzarne effettivamente l’unicità. Il nodo principale resta quello della comunicazione: nazionale e internazionale. I turisti e i consumatori, soprattutto stranieri, non conoscono questo riconoscimento che rischia di restare invisibile.

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Per superare questa barriera serviranno simboli come un marchio grafico riconoscibile (non esiste un simbolo nazionale unico per le De.Co. ed ogni Comune può definirne uno secondo proprie scelte) insieme a campagne coordinate che associno subito “De.Co.” ad autenticità del territorio. 

Non basta però la sola buona volontà dei singoli. E’ fondamentale un coordinamento tra attori pubblici e privati con il supporto attivo delle categorie a fare da ponte tra istituzioni, imprese e ristoratori. Per Verona e per i Comuni della sua Provincia si apre un’occasione unica: trasformare le De.Co. da semplice patrimonio locale a biglietto da visita globale del mangiar bene. Non solo simboli di memoria e identità, ma strumenti capaci di rafforzare l’attrattività turistica, generare valore economico e consolidare l’orgoglio comunitario.