(di Gianni Schicchi) Penultimo concerto de Il Settembre dell’Accademia, domani sera (mercoledì 24 settembre) alle 20.30 con la Budapest Festival Orchestra diretta dal suo fondatore Ivan Fischer

Fondata nel 1983 e portata alla stabilità nel 1992 il complesso si distingue per alcune particolarità, dove gli stessi orchestrali contribuiscono col direttore a creare il repertorio e i tempi dell’interpretazione. Provano in piccoli gruppi esibendosi in ospedali, scuole, riformatori, prigioni, con concerti a sorpresa in cui i brani non vengono annunciati anticipo. Spesso cantano a inizio concerto per accordarsi interiormente e creare una maggiore connessione emotiva col pubblico. Insomma un’orchestra atipica con una sua personale filosofia che sfida la tradizione.

Fischer osserva che i suoi quaranta anni di guida dell’orchestra lo collocano al terzo posto tra i direttori con la carriera più lunga, dopo Zubin Mehta che ha diretto la Israel Philharmonic per 53 anni e James Levine, direttore musicale del Metropolitan per 41. In quattro decadi la Budapest ha affrontato un repertorio enorme, fatto di grandi capisaldi della letteratura musicale, da Bach, a Mozart, Brahms, Mendelssohn, Bartok, esplorando repertori sconosciuti, spinti in direzioni diverse fino ai contemporanei come l’americano Philip Glass. Uno dei punti di forza dell’orchestra sta nel particolare timbro degli archi, un risultato della lunga tradizione violinista ungherese.

Fischer è anche compositore ed al Settembre presenterà la sua Dance Suite per violino e orchestra con solista l’israeliano Guy Braunstein, poliedrico musicista con all’attivo un notevole impegno anche come direttore. Degni di nota sono fra l’altro il suo debutto concertistico con il Maggio Musicale Fiorentino, le direzioni delle Sinfoniche di Amburgo, di Tampere, del Queensland, dell’Elba in Germania.

Nella serata al Filarmonico è compresa in apertura la Suite per orchestra n° 4 di Bach e in chiusura la Settima Sinfonia di Beethoven.