Entro ottobre sarà sottoscritto il nuovo Contratto Collettivo Nazionale della Sanità Pubblica 2022–2024, fortemente voluto dalla CislFp, che introduce misure contro le aggressioni al personale sanitario.

«Ci sono solo 2 modi per essere davvero solidali con i sanitari che vengono pestati: la certezza che chi alza le mani pagherà velocemente e senza sconti, e l’applicazione di misure che facciano sentire davvero protetto il personale. Perché i lividi e la paura non si curano solo con le parole», dichiara Giovanni Zanini, Segretario Generale della Cisl Fp Verona.

Secondo l’Osservatorio Nazionale sulla Sicurezza degli Esercenti le Professioni Sanitarie e Socio-sanitarie, nel 2023 sono stati 18.000 gli operatori vittime di aggressioni, di cui il 26% fisiche. Le donne rappresentano il 64% del personale coinvolto. Un quadro drammatico, che si riflette anche nella realtà scaligera, con episodi sempre più frequenti nei Pronto Soccorso, nelle corsie ospedaliere e nei servizi di emergenza.

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Nel contratto è prevista l’assistenza legale garantita dall’azienda per i dipendenti vittime di violenza; la possibilità dell’azienda di costituirsi parte civile nei processi contro gli aggressori; un fondo risarcimento per le vittime.

«I sanitari non dovranno più rinunciare alla tutela legale per motivi economici. E chiederemo con forza che ULSS 9 e Azienda Ospedaliera Universitaria Integrata di Verona si costituiscano parte civile nei processi, per dare un segnale forte e concreto», assicura Zanini.

Nel contempo la Cisl Fp di Verona continua a chiedere braccialetti geolocalizzati per il personale nei servizi ad alto rischio; la presenza fissa di agenti della Polizia di Stato nei Pronto Soccorso, 24 ore su 24 e procedure operative chiare per proteggere tutti i lavoratori dei servizi pubblici.

È stato presentato dalla ULSS 9 il nuovo dispositivo anti-aggressione indossabile, un orologio che consente di lanciare un allarme e attivare la geolocalizzazione interna.

«Accogliamo con attenzione l’iniziativa, l’inizio di un percorso ma come affermato al tavolo di trattativa non basta. Questi dispositivi allertano, ma non difendono. Alla fine, il personale resta solo, in attesa delle forze dell’ordine. E questo non è accettabile», sottolinea Zanini.

Le aggressioni colpiscono soprattutto infermieri e OSS, in prevalenza donne, e sono causate nell’80% dei casi da soggetti in stato di alterazione psicofisica o con disagio psichico.

«Apprezziamo l’attivazione del servizio psicologico per i dipendenti, ma non possiamo accontentarci di gestire le conseguenze. Serve prevenzione, serve protezione, serve una strategia vera», conclude Zanini.

La CISL FP Verona continuerà a chiedere con determinazione investimenti sul capitale umano, non solo sulle strutture e sui dispositivi.

«La sicurezza non si garantisce con un pulsante, ma con una presenza concreta, competente e istituzionale accanto a chi ogni giorno si prende cura degli altri.»