Le segreterie confederali veronesi di CGIL, CISLe UIL insieme alle categorie della Funzione Pubblica e dei Pensionati intervengono sugli Ambiti Territoriali Sociali (ATS) nella provincia di Verona.
Una riforma importantissima che determinerà la quantità, la qualità, e l’efficienza dei servizi sociali nel territorio veronese. Le organizzazioni sindacali contestano una scelta che ritengono gravissima da parte dei Sindaci e della Direzione Sanitaria in quanto le parti sociali sono state escluse dalla fase costitutiva e dalla determinazione della loro veste giuridica.
“Un atto inaccettabile – affermano i sindacati- che segna uno strappo alle regole della partecipazione democratica e una lesione dei diritti di rappresentanza di lavoratori, pensionati e cittadini”.
La normativa – dalla Legge 328/2000 fino alla più recente Legge 234/2021, che ha rilanciato la riforma degli ATS e i LEPS – stabilisce il principio del coinvolgimento delle organizzazioni sindacali nella programmazione e nella governance sociale. Ignorare questo principio significa costruire ATS deboli, opachi e privi della necessaria legittimazione sociale.
Per queste ragioni le organizzazioni sindacali chiedono: l’immediata apertura di un tavolo di confronto; il rispetto della normativa e dei principi di concertazione sociale; la garanzia di una presenza stabile e riconosciuta delle parti sociali nella governance degli ATS.
“I cittadini, i lavoratori, i pensionati – conclude il comunicato di Cgil, Cisl e Uil- hanno bisogno di servizi sociali presenti ed efficienti ne lterritorio e la loro voce e rappresentanza ha il diritto di essere ascoltata e accolta”.
