( Angelo Paratico*) Mi ricordo bene, era il 1983 e, dopo aver passato qualche anno in tintorie industriali nell’hinterland milanese, mi ero deciso a cercare un lavoro che mi permettesse di viaggiare. 

Il paese dove ero nato e vivevo, Turbigo, in provincia di Milano, mi stava stretto e dopo il servizio militare in Friuli, in una compagnia di carri armati, passato nella noia e fra le scosse del terremoto, volevo respirare aria fresca. I miei sogni e le mie letture non mi bastavano più.

Mi interessavano i libri antichi e la storia, leggevo moltissimo e mi concentrai su una figura poco nota del rinascimento italiano, Gerolamo Cardano, nato vicino a Milano nel 1501 e morto a Roma nel 1577. Una sorta di piccolo Leonardo da Vinci, che fra l’altro deve avere incontrato il grande genio toscano accompagnando suo padre, Fazio Cardano, un giureconsulto con la passione per le scienze. 

Gerolamo Cardano apparteneva a una delle ultime generazioni di astrologi e magi, prima del raggiungimento del culmine della montagna che degradava verso la scienza. S’interessò anche all’astrologia ma già cominciava a rassomigliare all’astronomia: un cratere sulla Luna porta il suo nome grazie ai suoi studi. Per giungere al rigetto dell’astrologia bisognò attendere l’arrivo di Giovanni Domenico Cassini.

La mia passione per Gerolamo Cardano non fu sterile, perché promossi la traduzione e pubblicazione in italiano del suo Neronis Encomium (Elogio di Nerone) un suo testo minore che, come molti altri, si è poi rivelato profetico. Nel 2013 lo tradussi in inglese ed ebbe una certa eco anche nel mondo anglosassone.  Cardano dimostrava che il grande Nerone era stato una vittima di fake news.   

Tornato a casa, una sera, stavo mangiando un piatto di carne fritta mescolata a purea di patate che mi aveva cucinato mia madre, quando squillò il telefono. Mi alzai e alzai la cornetta. Era il direttore della ILMA, una ditta di Schio, in provincia di Vicenza, che produceva macchinari e che mi diceva che avevano ricevuto la mia lettera e mi chiedeva se avessi potuto andare da loro e sostenere un colloquio per l’assunzione. Avevo risposto a una inserzione che avevano pubblicato sul Corriere della Sera e, a quanto pare, era stata presa in considerazione. Mi assunsero subito e una settimana dopo la mia vita cambiò.

Leggevo molti libri sulla Cina e sul Giappone e volevo andarci a vivere. A quel tempo tutti fumavano, anche in auto con altri passeggeri e, per darmi un atteggiamento da adulto, avevo cominciato a fumare qualche sigaretta. Il sapore del tabacco in bocca mi disgustava ma cercavo di persistere. La ILMA era una fabbrica che produceva macchinari d’acciaio per tintorie, io ero avvantaggiato dal fatto che sapevo bene l’inglese e conoscevo la chimica della tintura. Venni subito mandato in Marocco e poi in Turchia, dove potei svolgere un discreto lavoro.

Non ero più un semplice impiegato, ero libero e padrone del mio tempo. Venivo rispettato per ciò che facevo e per quello che sapevo. Cominciai a girare in Medio Oriente, dove le esperienze accumulate in tintorie industriali a Caronno Pertusella e Vimercate, mi tornarono utilissime.

La ILMA aveva venduto una grossa macchina a Melbourne in Australia, che serviva per tingere rocche di lana merinos e di kashmire e stava dando dei grossi problemi. Le rocche non assorbivano il colorante in maniera uniforme, ma uscivano fuori con macchie chiaroscure e questo voleva dire ritingerle di nero per coprire il difetto. La ditta australiana aveva già il suo magazzino pieno di filato nero e, dunque, erano comprensibilmente furiosi con noi.

Essendo l’Oceania una mia zona di competenza mi mandarono a vedere cosa stesse succedendo. Giunsi a Melbourne a metà settimana e individuai subito il problema. La grossa autoclave era stata spedita con le eliche della pompa sbagliate e, dunque tendeva a ‘cavitare’ non riuscendo a raggiungere la pressione necessaria per tingere uniformemente le rocche. Ordinammo un nuovo set di eliche, che andavano spedite per DHL. Durante il fine settimana restai a Melbourne, in attesa dell’arrivo del pacco e il direttore della fabbrica, come s’usa da quelle parti, mi invitò a casa sua per il pranzo domenicale.

Abitava con la moglie e due bambini in una bella villetta circondata da un prato verde. Ciò che mi fece impressione di quel quartiere fu che non esistevano recinzioni, salvo una bassa siepe che la circondava. Sul retro della casa avevano messo un tavolino e una graticola per il barbecue. 

La sua gentilissima moglie si occupava di tutto, sia dei due bambini che della cottura delle braciole di carne e delle patate. Ci sedemmo a bere una birra e poi a parlare del più e del meno. Quando la carne fu ben cotta, la moglie ce la servì nei piatti e mangiammo. Era tutto davvero eccellente. 

C’era un bel sole alto nel cielo e i bambini erano educatissimi. Alla fine, bevemmo del caffè, rilassati e sazi. Fu a quel punto che chiesi alla padrona di casa se facesse la casalinga a tempo pieno oppure se avesse un lavoro. Il marito mi disse, anticipando la sua risposta, che lavorava all’ospedale di Melbourne e che possedeva due lauree. Vedendola in modalità domestica, con una tuta grigia indosso, non avevo pensato a questa eventualità e poi le feci una domanda che, forse, non avrei dovuto fare. Le chiesi di che si occupava all’Ospedale di Melbourne. 

Lei si tirò su sulla sedia e mi fissò. E in quel momento ebbi l’impressione di notare un cambiamento di stato dentro di lei e, quella notte, feci fatica a dormire. Mi tornarono in mente le parole pronunciate da Robert Oppenheimer, conoscitore della letteratura Hindu, quando vide esplodere la prima bomba atomica a Los Alamos, il 16 luglio 1945: “Ora sono diventato Shiva, il distruttore dei mondi”. Lo avevo letto in un libro nel quale si raccontava la corsa alle bombe atomiche da lanciare su Hiroshima e Nagasaki.

Groves Oppenheimer

Mi disse che aveva una laurea in medicina, con specializzazione in malattie polmonari e una in psichiatria. Il suo lavoro consisteva nel dire ai pazienti, con tumori ai polmoni e alla laringe, quanto gli restasse da vivere e le varie opzioni per preparare e, se possibile, ritardare l’evento fatale. In Australia esisteva il crudele obbligo per i medici di comunicare queste informazioni ai pazienti. 

Lei mi disse che ne riceveva una dozzina al giorno. Un po’ ingenuamente io le chiesi se ciò fosse da mettere in relazione con il fumo, lei disse che per un 90% erano fumatori e il 10% erano persone esposte all’amianto. Non pago, volendo far sfoggio della mia cultura, le dissi che avevo letto sul Wall Street Journal di ricerche scientifiche nelle quali si diceva che non si dovevano mettere in relazione troppo stretta il fumo e i tumori polmonari. Lei fece un sorriso ironico ma non disse nulla. Qualche anno dopo uscì la notizia che Philip Morris e altri produttori di tabacco avevano finanziato dei ricercatori proprio per indurre i lettori a queste erronee conclusioni, ovvero che il fumo fosse una variabile indipendente dall’insorgere dei tumori. 

Nicotiana tabacum Kohler–s Medizinal Pflanzen 098

“Un lavoro difficile il suo” dissi, non sapendo che altro dire.

Lei alzò le spalle e aggiunse che: “Quando lo dico alle donne, si mettono a piangere e quasi tutte dicono vorrei tanto non aver mai fumato. Gli uomini, invece, impallidiscono e si perdono nei propri pensieri, e spesso devo richiamarli, per essere certa che capiscano ciò che gli sto dicendo. Forse pensano al passato, o al futuro, alla loro famiglia, al lavoro…”. 

Poi si alzò in piedi e riprese ad accudire i suoi bambini.  

Tornato in albergo, buttai le sigarette nel cestino dei rifiuti e mi lavai le mani.

*nato a Turbigo (MI) nel 1955, è uno storico, giornalista ed editore. Per 35 anni è vissuto a Hong Kong ed è autore di vari libri in inglese e in italiano. Gli Assassini del Karma Biblioteca del Vascello, Roma, 2006. Black Hole Mursia, Milano, 2008. Ben Mursia, Milano, 2010. Cinque Secoli di Italiani a Hong Kong e Macao, Brioschi, Milano, 2016. Emperor Nero. Son of Promise, Child of Hope, Gingko Edizioni, Verona 2014. A Chinese Scholar Lost in Renaissance Italy Lascar Publishing, Hong Kong. Leonardo Da Vinci. Lo psicotico figlio di una schiava Gingko Edizioni, Bologna, 2016. La Settima Fata, Gingko Edizioni, Verona,2019. The Only Man Dressing for Dinner. The Memoirs of Giuseppe Salvago Raggi, Gingko Edizioni, Verona, 2019. Una Spietata Compassione, Gingko Edizioni, Verona, 2020. Mussolini in Giappone Gingko Edizioni, 2021. Confucio. Un Manuale per il perfetto Statista Gingko Edizioni, 2023.