(Giorgio Massignan) Giorni fa, la Giunta comunale di Verona, su richiesta di Barbara Bissoli, vicesindaco, ha approvato la deroga per altri 5 anni della validità di un progetto per l’edificazione di 4 palazzi di 5 piani su un’area di 4.025 metri quadri, grazie ad un aumento del 15% dell’area precedentemente individuata.
L’area, ora è verde e si trova in zona stadio, tra via Pirandello e via Pascoli.
A Verona, la situazione relativa al patrimonio edilizio non o sotto utilizzato, al consumo del suolo e alla percentuale di verde è molto critica.
Sarebbe stato necessario pianificare il territorio per aumentare le zone verdi piantumate, bloccare il consumo di suolo e avviare un processo di rigenerazione del patrimonio edilizio dismesso.
Le condizioni ambientali del nostro territorio, peggiorate anche dai cambiamenti climatici, nel 2024 hanno precipitato Verona al terzo posto tra le peggiori città in Italia per inquinamento atmosferico, con 66 giornate di smog oltre i limiti di legge.

Da rilevare che Verona ha circa 2.000.000 di metri quadri di verde in meno, rispetto alle norme urbanistiche.
In una città che pare abbia circa 17.000 appartamenti sfitti, con un rapporto territorio/abitanti di circa 1.283 abitanti per kmq ( la provincia denuncia circa 300 abitanti per kmq), un valore molto superiore alla media Italiana, che risulta di circa 195 abitanti per kmq, e ai 27 paesi dell’Unione Europea, relativa a 106 abitanti/kmq; con un consumo di suolo tra i più alti in Europa e in Italia, pari a circa 5.642 ettari di suolo consumato; da parte di chi amministra la gestione urbanistica del territorio sarebbe stato necessario intervenire per aumentare la qualità del nostro ambiente e non la quantità di nuovi volumi costruiti.
Con quale logica si continua a cementificare?
Con le attuali condizioni, mi chiedo con quale logica si continua a cementificare le aree verdi e, quando l’investitore immobiliare, come in questo caso, non ha voluto o potuto costruire nei tempi definiti dai regolamenti, anziché approfittarne per mantenere l’area verde, si sia ricorsi, ancora una volta, all’istituto della deroga, per concedere altri cinque anni di tempo per iniziare il cantiere?
