Se sul versante del centrosinistra dello schieramento che si presenta alle elezioni regionali quella che più si occupa della sanità, anche come vicepresidente della 5ª commissione, è la consigliera veronese Anna Maria Bigon, su quello del centrodestra è un altro consigliere regionale veronese, il presidente della 3ª Commissione, Marco Andreoli.
Bigon è candidata per il Pd. Andreoli per Fratelli d’Italia. Ha un programma preciso da presentare agli elettori per risolvere le criticità della sanità. Si articola in 3 punti.
«Il Veneto – osserva Andreoli– ha una sanità migliore di tante altre regioni. Ma se questo può essere un motivo di soddisfazione, noi che rappresentiamo i cittadini non possiamo limitarci a guardare indietro. Abbiamo il dovere di migliorare. Anche perché il nostro sistema, se rispetto ad altri è virtuoso, presenta delle criticità che vanno risolte».

Questa la proposta di Marco Andreoli
Al primo posto mette le liste d’attesa, troppo lunghe e che costringono i veneti ad andare a farsi visitare privatamente e a pagamento. Sappiamo tutti che la causa è la mancanza di medici oltre che di carenze organizzative. Andreoli propone di ridurre le liste d’attesa innanzitutto aumentando gli stipendi del personale sanitario sottopagato. Quindi di impiegare i medici di famiglia in associazione nelle strutture diffuse sul territorio, come gli ospedali dismessi, con la possibilità di eseguire esami e visite che scarichino gli ospedali e di inserire nel Cup il privato convenzionato con visite gratis.
Il secondo punto riguarda il sovraffollamento dei Pronto Soccorso, intasati da accessi impropri, che potrebbero essere risolti tranquillamente dai medici di famiglia che spesso non sono disponibili. Anche in questo caso la proposta di Andreoli è di costituire delle strutture territoriali con medici e infermieri che funzionino dalle 8 del mattino alle 8 di sera, completate da una guardia medica notturna, dotate di tecnologia che permetta diagnosi a distanza.
Il terzo punto tratta degli anziani e della disabilità. Problema a cavallo fra il sanitario e il sociale, destinato a peggiorare a causa dell’invecchiamento della popolazione. Le famiglie che se ne fanno carico sono lasciate sole e ne sanno qualcosa in termini di impegno personale e di spesa.
Andreoli propone di sostenerle con contributi adeguati ed investimenti sia per la domiciliare che per la residenzialità che potrebbero essere ricavati dai proventi derivanti dalla futura gestione pubblica dell’autostrada A4. Anche in questo caso la telemedicina va utilizzata per il monitoraggio a domicilio dei pazienti anziani.
