Più del 30-50% delle infezioni urinarie da Escherichia coli il 70% del totale, è resistente agli antibiotici usati più di frequente, come trimetoprim-sulfametossazol e il 20-30% ai fluorochinoloni. Ogni anno in Italia si contano circa 750 mila infezioni urinarie e il 40% dei pazienti, essendo spesso ricorrenti, come in chi ha il catetere per lunghi periodi, se le curano con antibiotici inutili. Questo dà luogo al fenomeno già troppe volte denunciato dell’antibiotico resistenza, ovvero di quel processo che seleziona ceppi batterici che non sono più sensibili ai comuni antibiotici. E questo è un bel problema, specie per il futuro, perché si rischia di tornare indietro di decenni.

Si potrebbe tornare indietro di decenni quando le infezioni falcidiavano la popolazione

Nel caso infatti la ricerca non fosse più in grado di sintetizzare dei nuovi farmaci efficaci contro i batteri resistenti, torneremmo ad. essere preda dei microbi come nel passato. Pensiamo solo per un attimo che disgrazia sarebbe. E questo non solo per le infezioni urologiche, ma per tutte. Certi interventi chirurgici non sarebbero più possibili. Certe infezioni non sarebbero più curabili. La mortalità, e di conseguenza la durata medi della vita si abbasserebbe com’era più di un secolo fa.
E’ quindi facilmente comprensibile come sia ormai urgente che ognuno smetta di fare il fai-da-te con gli antibiotici e li usi solo sotto prescrizione e controllo medico.