(Angelo Paratico) Anche un breve soggiorno al Grand Hotel Trieste e Victoria di Abano Terme è sempre fonte di una forte emozione, il personale è gentilissimo e il ristorante interno meriterebbe tre stelle Michelin. La Suite Diaz, ancor oggi prenotabile, vide il generale Armando Diaz elaborare e firmare il Bollettino di guerra n.1268 del 4 novembre 1918 che a Verona possiamo leggere inciso in una lapide posta sul Ponte della Vittoria. L’Hotel Trieste fu costruito nel 1912 da Quinto Mazzucato con l’intento di farne “l’albergo più bello di tutti”. Edificato durante la Belle Époque, questa gloriosa istituzione è stata protagonista di eventi storici di rilievo.
Molti personaggi famosi vi hanno alloggiato, fra gli altri il Patriarca Roncalli (poi Giovanni XXIII), Capi dello Stato come Antonio Segni e Giuseppe Saragat, numerosi Presidenti del Consiglio, da Alcide De Gasperi ad Aldo Moro e, tornando indietro nel tempo, Gabriele D’Annunzio e Vittorio Emanuele III. Il più famoso di tutti resta però Armando Diaz, il duce supremo d’Italia (prima che Mussolini s’appropriasse del titolo).

Il Grand Hotel diventò ospedale durante la guerra 1915/18
Dal 1915 al 1917 Abano Bagni (che poi mutò nome in Abano Terme), si trasformò in un grande ospedale per i soldati feriti che venivano accolti negli alberghi requisiti. Dopo la disfatta di Caporetto, del 24 ottobre 1917 i soldati italiani bloccarono il nemico sul Piave, Cadorna fu silurato e al suo posto arrivò un tenace generale napoletano: Armando Diaz. Avvicinandosi la linea del fronte l’Hotel Trieste (poi Trieste & Victoria) ospitò il Comando Supremo dell’Esercito Italiano.

A partire dall’ottobre del 1917 assunse un ruolo importantissimo con degli uffici dei Generali Armando Diaz, Enrico Caviglia e Pietro Badoglio. Ma il trasferimento dell’alto comando avvenne ufficialmente solo nel febbraio 1918, facendo seguito a uno spostamento a Padova, prima, e da Tramonte di Teolo.
Armando Diaz alloggiò nella Suite 110 che, come quelle occupate dagli altri Generali, è stata conservata intatta. Il suo soggiornò durò dal 5 febbraio 1918 sino al termine del conflitto e lì Diaz lesse, corresse, approvò e firmò il Bollettino della Vittoria dell’Italia sull’Austria. In ricordo di questo, il D’Annunzio, gran inventore di parole, volle che l’albergo Trieste divenisse Trieste & Victoria.

L’Hotel Orologio, oggi in rovina, posto di fronte al Trieste e Victoria, fu sede della mensa ufficiali nonché luogo di soggiorno per gli ospiti del Comando Supremo. Qui il Generale Armando Diaz invitò a cena Gabriele D’Annunzio e i piloti che avevano partecipato al volo su Vienna del 9 agosto 1918. Proprio all’Hotel Molino (oggi Ariston Molino) era installata la tipografia che stampò i volantini lanciati sulla capitale austriaca.
