Il no dei nonviolenti alla ventilata coscrizione obbligatoria lanciato in occasione del 4 Novembre, festa delle Forze Armate e anniversario della vittoria nella 1ª guerra mondiale, definita un’ “inutile strage” con oltre 650.000 soldati italiani uccisi, più di un milione fra feriti e mutilati e 600.000 vittime civili.
“La maggior parte delle vittime – ricorda il Movimento Nonviolento- erano contadini, analfabeti esclusi dal diritto di voto, obbligati a farsi ammazzare o a uccidere nemici che non conoscevano, da un governo che li considerava solo carne da cannone”.
Attorno al 4 novembre, continuano “c’è il tentativo di una vera e propria propaganda bellica tanto più insopportabile nel periodo che stiamo attraversando, che vede guerre sanguinose in varie parti del mondo, e 2 alle porte d’Europa, in Ucraina e Palestina, molte delle quali con un coinvolgimento diretto della produzione bellica italiana. Una propaganda che si intensifica anche per nascondere i conflitti interni fatti di impoverimento generale, aumento delle spese militari, repressione militarizzata nelle città imposte con zone rosse e decreti sicurezza, repressione del dissenso”.
In alcuni paesi torna il servizio militare obbligatorio
“Oggi soffia un nuovo vento di guerra” sostengono i nonviolenti. Il servizio militare obbligatorio, è stato introdotto in Croazia, Norvegia e Svezia. Francia, Olanda e Germania spingono per allargare il reclutamento, per ora volontario.
In Italia c’è chi spinge per ripristinare il servizio militare per donne e uomini.
L’Europa pensa alla leva per tutti.
Per il Movimento Nonviolento il 4 novembre è un’importante occasione di riflessione e opposizione contro tutte le politiche di riarmo, a sostegno degli obiettori di coscienza e dei disertori di tutte le guerre.
“La nostra proposta – ricorda- è la Campagna di Obiezione alla guerra, per dire no alla chiamata alle armi, alla mobilitazione militare, all’ipotesi di ritorno della leva obbligatoria. Ci dichiariamo da subito obiettori di coscienza, invitando tutti a sottoscrivere la Dichiarazione di obiezione di coscienza per respingere il disegno di chi vuole obbligare i nostri giovani a prendere il fucile e vestire la divisa.
