Prima giornata di esami per il cosiddetto semestre filtro, la nuova modalità di accesso ai corsi di Medicina e Chirurgia. Oggi gli studenti veronesi hanno affrontato tre prove da 45 minuti ciascuna, intervallate da 15 minuti di pausa. Al termine del percorso solo il 30% dei partecipanti potrà proseguire gli studi, mentre per gli altri l’esperienza si interromperà qui.
Fuori dalle aule, l’Unione degli Universitari di Verona (UDU) ha organizzato un presidio informativo, distribuendo un questionario nazionale sull’andamento del semestre filtro e illustrando ai presenti le azioni legali intraprese dal sindacato studentesco a livello nazionale.
“Il semestre filtro non è un meccanismo che aiuta chi sogna di diventare medico — spiega Maddalena Barucchelli, rappresentante della Scuola di Medicina e Chirurgia in Consiglio Studentesco per UDU Verona —. Al contrario, aggiunge incertezza, stress e disuguaglianze. È un percorso che prometteva ampliamento, ma nella realtà porterà all’esclusione di sette candidati su dieci, dopo mesi di frequenze obbligatorie e procedure diverse da ateneo ad ateneo.”
L’UDU nazionale, intanto, ha predisposto una diffida che coinvolge oltre 60mila partecipanti e sta valutando l’avvio di ricorsi collettivi e territoriali. “Chiediamo l’ammissione generale e un intervento immediato sulle irregolarità che stanno emergendo — dichiara Greta Leonardi dell’UDU Verona —. Gli esami non sono uniformi, gli obblighi di frequenza cambiano da ateneo ad ateneo, l’anonimato non è sempre garantito e le condizioni d’esame non assicurano pari opportunità. Questo modello non amplia il diritto allo studio: lo restringe.”
Secondo l’organizzazione studentesca, il semestre filtro rischia di diventare una selezione mascherata, che premia chi ha più mezzi e penalizza chi affronta con sacrificio un percorso già complesso. L’UDU ribadisce quindi la richiesta di una revisione profonda del sistema di accesso a Medicina, per garantire davvero equità e meritocrazia.
