Dal 1° marzo 2026 le attività trasferite a San Giorgio Bigarello. Cgil e sindacati denunciano: “Oltre al danno la beffa”.
Si prospetta un futuro difficile per circa cento lavoratrici e lavoratori della logistica Mondadori di Verona e Isola Rizza. A partire dal 1° marzo 2026, la gestione delle attività, oggi affidata a Ceva Logisticse GSL srl, passerà alla multinazionale Kuehne+Nagel e sarà trasferita nello stabilimento di San Giorgio Bigarello, in provincia di Mantova. Una scelta che, di fatto, comporta un trasferimento di oltre 50 chilometri per il personale veronese.
Secondo i sindacati, la decisione avrà ripercussioni pesanti sulla vita e sui costi di chi lavora nei magazzini: “Si tratta di un aggravio significativo – spiegano – che rende complicata la conciliazione tra lavoro e famiglia. Per questo avevamo chiesto un contributo economico che potesse almeno parzialmente compensare il disagio, ma Kuehne+Nagel ha rifiutato in modo categorico la proposta.”
Nessun dialogo da parte di Mondadori
Di fronte al muro eretto dalla nuova azienda appaltatrice, le rappresentanze sindacali hanno chiesto a Mondadori, in qualità di committente, di prendere parte alle trattative per favorire una soluzione condivisa. Ma anche la casa editrice ha respinto l’invito, una scelta che – secondo i sindacati – “dimostra come ormai anche i grandi committenti non si facciano scrupoli nel scaricare sulle lavoratrici e sui lavoratori gli effetti della competizione al massimo ribasso che domina il settore degli appalti”.
Le assemblee tenute ieri negli stabilimenti di Verona e Isola Rizza hanno deliberato una prima giornata di sciopero per oggi venerdì 21 novembre, con presidi davanti ai due siti dalle 10.30 alle 12.00.
“Non intendiamo restare fermi davanti a politiche aziendali che ignorano il contributo determinante che i dipendenti hanno dato negli anni al successo della Mondadori – dichiarano le sigle sindacali –. Siamo pronti a mettere in campo tutte le iniziative necessarie per difendere il lavoro e la dignità di chi ha fatto la storia di questo stabilimento”.
Parallelamente, le organizzazioni dei lavoratori si attiveranno con Provincia e Comune di Verona per chiedere un intervento politico e istituzionale che eviti “l’ennesima riduzione occupazionale nel territorio veronese”.
