(Antonio Fasol) In un’epoca già ricca di eventi catastrofici sia naturali, di cui l’Italia in particolare ha il primato di non farsi mancare nulla, sia causati dall’uomo, che dimostra in ciò una notevole fantasia creativa, pare proprio che non voglia farsi mancare l’ebbrezza dell’attesa per la cosiddetta “fine del mondo”.
Per la verità, noi del GRIS (Gruppo di Ricerca e Informazione Socio-religiosa) che ci occupiamo da molti anni di sette religiose e di movimenti spiritualistici alternativi, ne abbiamo incrociati molti che hanno millantato presunte e reiterate date in attesa di tale evento. Ultimo dei quali pare risalire alla presunta veggente bulgara ormai defunta Baba Vanga, che avrebbe previsto uno scontro mondiale tra oriente ed Occidente dopo la caduta della Siria per l’anno 2025! A meno di sorprese last minute, pare proprio che anche la povera Baba abbia toppato anche da postuma!
Ma il movimento più noto per aver dato rilevanza anche sociale a tali attese è senz’altro quello dei Testimoni di Geova, che previdero date decisive, seppur con varie e riviste interpretazioni a posteriori, per diversi anni (1914, 1925, 1975…fino al futuro 2034) in occasione delle quali, non dimentichiamo, molti adepti rinunciarono a scelte di vita importanti in vista dell’imminente “fine dell’odierno sistema di cose”, oltre ad altrettanti che, in particolare in seguito alla debacle del 1975, abbandonarono il gruppo stesso.
La ricca e fantasiosa lista parte, in realtà, da molto lontano: dall’attesa millenaristica per antonomasia del 999 (vangeli apocrifi) al 1648 (rabbino Sabbat Zevi) al 1665 (quacchero S.Eccles) al 1732 (Nostardamus) alle varie date calcolate sulla base delle misure geometriche delle piramidi (1881, 1936). Fino al al famoso millenarista William Miller (1843 e 1844), fondatore della Chiesa degli Avventisti del Settimo Giorno, nonché al 1967 (S.M.Moon) e specialmente al 1999 (ancora il sempreverde Nostradamus).

Non mancano, poi, i casi di bizzarrie legate a guru locali, come quel santone piemontese che si rifugiò con i suoi seguaci sul monte bianco nel luglio del 1960. Oppure, ancora, gli episodi ben più gravi nei quali l’attesa per la fine del mondo si è tramutata tragicamente in tentativo di autorealizzazione distruttiva, come per le stragi causate dall’ “Ordine del tempio Solare” in Giappone (a più riprese negli anni ’90) ed infine agli spettacolari suicidi-omicidi degli adepti dell’“Heaven’s Gate” in California (1997).
La varia e spesso elevata provenienza socio culturale degli adepti di tali gruppi, inoltre, ha clamorosamente smentito l’opinione diffusa che i seguaci dei gruppi auto-etero-distruttivi siano sostanzialmente dei pazzi criminali e provengano dal mondo dell’emarginazione sociale e della creduloneria popolare. Sono in realtà rappresentate, al loro interno e trasversalmente all’interno dei diversi gruppi, pressoché tutte le categorie sociali e professionali, comprese le più insospettabili!
Va anche precisato, col senno di poi, che, a parte alcuni segnali allarmanti, deducibili dalla predicazione dei rispettivi guru, ed in parte noti almeno tra gli addetti ai lavori, per il resto in genere tali gruppi non si discostavano, di norma, dai contenuti e dalle dottrine a sfondo esoterico, apocalittico o millenaristico, propri di numerose altre aggregazioni similari. Ciò che li caratterizzava era piuttosto la particolare intensità di alcuni dei tratti distruttivi sopra descritti, a riprova del fatto che l’imprinting settario distruttivo non risparmia alcuna categoria di persone e di società, comprese le fasce più elevate.
Per chi però ancora si meravigliasse del persistere di tale attitudine millenarista in molti gruppi religiosi o spiritualisti, anche successivamente al palese fallimento di molti eventi e date previste, basti ricordare l’esistenza di una sorta di sindrome, nota ai sociologi fin dagli anni ’50 (FestingerLink.html). Essa scatta proprio in occasione del mancato avverarsi di un evento tanto atteso e consiste sostanzialmente, in una sorta di rafforzamento paradossale della coesione del gruppo stesso, che può essere letto psicologicamente come una reazione di difesa reattiva alle accuse provenienti dall’esterno, visto come nemico da combattere.
Inoltre esso rappresenta emblematicamente l’emergere, senza volervi o potervi più rinunciare, di quello spirito comunitario e di fratellanza a lungo coltivato e fortemente condizionante. In aggiunta, in molti casi, alla funzione catalizzatrice e suggestiva del leader-guru spirituale, spesso influente anche a prescindere dalla fondatezza e ragionevolezza delle sue presunte rivelazioni.
Unitamente alle scontate previsioni astrologiche onnipresenti sui media, che ad ogni fine anno vengono proposte, per essere dimenticate ancor prima che smentite, spesso clamorosamente, dalla cronaca, anche le “previsioni” apocalittiche in ambito pseudo-religioso e spiritualista, finiscono per lasciare il tempo che trovano, al netto delle cicatrici lasciate sugli adepti creduloni.
Alla fine spesso non ci si accorge che non occorre invocare improbabili palingenesi astrologiche o interventi superiori per rischiare di…distruggere il mondo con le proprie mani (vd. le ricorrenti guerre, le derive eco ambientali e climatiche, ecc.) prima ancora di aspettarne la fine, naturale o soprannaturale che sia.
“Vulgus vult décipi” (“La gente vuole distruggersi da sola”) suona un antico detto; e verrebbe proprio da concludere provocatoriamente, come fece il suo incerto autore, “dum decipiatur” (“e allora che si distrugga!”).
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