Il giusto contrappeso per non avere avuto il presidente dopo 50 anni

( o.a.) E’ andata così. Anche stavolta Verona non è riuscita a esprimere il presidente del Veneto. 
L’eletto, Alberto Stefani, è padovano. Ma assicura di avere con la nostra città un legame speciale. Qui vive sua sorella. Gli vogliamo credere. Anzi, gli crediamo. Perché non c’è motivo di pensare che una brave persona come lui dica una cosa per un’altra. 

Però la politica impone garanzie diverse dalla simpatia e dall’appartenenza alla medesima area politica per tornare a far pesare Verona. Garanzie che possono consistere nell’assegnare assessorati di peso agli eletti nel nostro collegio.

I nomi per almeno 3 assessori ci sono

Senza nulla togliere agli altri eletti veronesi, ce ne sono alcuni che per esperienza e standing politico sarebbero in grado di far pesare il nostro territorio come non ha mai pesato. Nomi non ne facciamo per non interferire negli equilibri interni di Lega, Fratelli d’Itala e Forza Italia.  Ma politici, eletti e non, in grado di rappresentare adeguatamente gli interessi di Verona e provincia, ce ne sono. Si tratta solo di essere determinati per ottenere il necessario riequilibrio tra le varie aree della regione. 

La palla, a questo punto, passa ai partiti. Fino a ieri non hanno ottenuto un granché. Forse per la straripante egemonia esercitata da Zaia ed il suo indiscusso potere.

Oggi però alla presidenza del Veneto c’è Stefani. Con lui le cose possono cambiare. Ma non possono piovere dal cielo. Bisogna fare squadra e portare a Verona almeno un assessore per ciascuno dei partiti del centrodestra. I nomi ci sono. I voti anche. Ma ci vuole anche la determinazione a fra pesare Verona.