Il riconoscimento UNESCO della tecnica dell’appassimento delle uve per l’Amarone
( Simone Vesentini*) Ogni giorno, nel mio lavoro in centro a Verona, sento la stessa domanda: «Verona è davvero così speciale?». Sorrido, perché chi lo chiede spesso non immagina di camminare dentro un miracolo di duemila anni.
Il nostro centro storico è Patrimonio Mondiale UNESCO dal 2000: non un titolo da brochure, ma il riconoscimento che Verona è una città viva da epoche diverse, un mosaico di Roma, Medioevo ed Impero Asburgico che il mondo ci invidia.
Questo patrimonio non è un ornamento: è un respiro ed una responsabilità. Ogni pietra, ogni arco, ogni bottega porta sulle spalle un frammento di storia. Per chi lavora qui ogni giorno è un privilegio accogliere persone da tutto il mondo in un luogo che racconta secoli di civiltà. È un vantaggio competitivo, certo, ma prima ancora un impegno.
Eppure molti visitatori e talvolta anche noi veronesi, ne colgono solo la superficie, l’immagine da cartolina.

Verona merita di più: merita di essere raccontata, spiegata, fatta respirare. Bisognerebbe accompagnare chi arriva tra i profumi delle botteghe storiche, tra la forza delle tradizioni, e la delicatezza dei gesti che abbiamo ereditato.
Per questo considero importante che la Valpolicella stia percorrendo la strada per il riconoscimento UNESCO della tecnica dell’appassimento, l’arte che dà vita ad Amarone della Valpolicella e Recioto. Un sapere che non si insegna: si trasmette. Sarebbe un abbraccio ideale tra città e colline, tra pietra e vino.
E poi c’è il nostro patrimonio immateriale: il Tocatì, riconosciuto dall’UNESCO come “buona pratica di salvaguardia del patrimonio culturale immateriale”. Un festival che non difende solo i giochi tradizionali ma l’idea che un patrimonio non sia fatto soltanto di muri ma della cultura che ci vive dentro.
È un messaggio potente ed estremamente attuale: tutelare Verona significa anche prendersi cura del suo tessuto sociale, delle botteghe, del commercio storico, delle comunità che rendono viva la città antica.
Per questo credo che Verona non sia soltanto un luogo da visitare ma una storia da custodire insieme. E noi, cittadini e operatori, abbiamo il compito di far sentire tutto questo a chi arriva.

I riconoscimenti UNESCO citati e cosa significano
• Verona Centro Storico — Sito UNESCO (2000). Riconoscimento per il patrimonio materiale: monumenti, architetture, paesaggi urbani di eccezionale valore universale. Verona è tutelata come città storica che conserva in continuità duemila anni di storia.
• Tocatì — Registro delle Buone Pratiche UNESCO (2022) Riconoscimento per il patrimonio immateriale: non riguarda edifici, ma azioni e comunità che custodiscono tradizioni viventi. Significa che Verona tutela non solo le pietre, ma la cultura che le abita: gioco, socialità, comunità.
• Tecnica dell’appassimento delle uve in Valpolicella — percorso verso UNESCO.Candidatura in sviluppo come patrimonio culturale immateriale: pratica agricola e artigianale tramandata nei secoli. L’arte che dà vita ad Amarone e Recioto è riconosciuta come valore identitario per il territorio.
*Referente Fiepet Confesercenti
