Ma più bello sarebbe che tornassero ‘i Strachi’

L’assessore all’arredo urbano e alle strade Federico Benini si dà da fare. A suo modo. Le strade sono piene di buche, ma in compenso abbellisce i ponti. Ieri su Ponte Garibaldi sono state messe 64 nuove fioriere contenenti delle viole bianche e gialle, adatte alla stagione autunnale. «Un intervento – spiega- che aggiunge colore e cura a uno dei principali attraversamenti sul fiume Adige». Circa un anno fa era stato abbellito con dei fiori Ponte Catena.

Fioriere saranno piazzate anche sugli altri attraversamenti sul canale Camuzzoni e sull’Adige, una volta conclusi i lavori di rifacimento dei parapetti attualmente in corso.

ponte garibaldi

“Stiamo rendendo i ponti della città non solo più sicuri, grazie agli interventi strutturali, ma anche più belli e accoglienti”, dichiara Federico Benini. “L’attenzione al decoro urbano passa anche da piccoli gesti quotidiani, che contribuiscono a migliorare la qualità della vita e il rapporto dei cittadini con gli spazi pubblici.”

Ma perché, vista la buona volontà , l’assessore, più che mettere i fiori sul ponte Garibaldi non fa qualcosa di più e lo riporta all’originale bellezza?

Nel 2016 dei benemeriti concittadini, noti come ‘I ragazzi della via Paal’, ovvero Massimo Rosa, Francesco Tirozzi, Fabrizio Sordi e Luigi De Paoli, hanno condotto un’ammirevole battaglia d’opinione per ricollocare sul Ponte Garibaldi di oggi, francamente bruttino, le statue che lo avevano impreziosito fin dalla sua costruzione. Si trattava di quattro gruppi scultorei collocati su altrettanti piedistalli in asse con le pile centrali che raffiguravano Garibaldi, il Nocchiero, Anita e l’Agricoltura.

Per verità storica il primo a proporre che il Ponte ‘dei Strachi’ tornasse al primitivo splendore fu Adimaro degli Adimari quand’era assessore alla cultura della Provincia (1999-2004).
In origine era adornato da 4 grandi statue in marmo rosa della Valpolicella poste sui piloni centrali: rappresentavano l’Agricoltura, la Madre, il Nocchiero e il Condottiero. E siccome le statue erano sdraiate i veronesi l’avevano chiamato el ponte dei Strachi.