Report Deloitte, Verona motore del Veneto e dell’italia: l’economia vola con turismo, pil e cibo
“Il bello e il buono”: la provincia di Verona si conferma una locomotiva economica in Italia grazie a Pil, turismo e cibo. La città scaligera quindi, è capace di crescere a ritmi più sostenuti rispetto al resto del Veneto e dell’Italia. Secondo il nuovo report di Deloitte Economics intitolato “Why Verona – Il Bello e il Buono”, presentato oggi 18 dicembre a Confindustria, il territorio scaligero brilla per ricchezza prodotta, capacità di esportare e attrazione turistica.
Un’economia che corre
I numeri parlano chiaro: il Pil pro-capite di Verona è cresciuto del +1,9%, superando sia la media nazionale (+0,9%) che quella regionale (+1,3%). Questo successo è trainato da settori d’eccellenza. Verona è infatti la prima provincia italiana per esportazione di bevande e la terza per prodotti alimentari. Anche se si parla spesso di dazi e tensioni mondiali, l’export veronese resiste bene grazie alla capacità delle imprese di vendere in tanti Paesi diversi, rendendo l’economia locale meno fragile.

Logistica e turismo: numeri da record
Non è solo una questione di prodotti, ma anche di posizione e servizi.
- Hub logistico: L’Interporto di Verona, con oltre 2,5 milioni di mq, è il primo in Italia e il secondo in Europa per traffico merci.+1
- Boom turistico: Negli ultimi dieci anni, Verona è stata la prima provincia in Italia per crescita annua degli arrivi (+4,2%). Grazie al mix tra città d’arte UNESCO, Lago di Garda e vicinanza alle Dolomiti, la città è la quinta più visitata in Italia.
Il mercato del lavoro e i giovani
Sul fronte dell’occupazione, Verona offre ottime opportunità per i giovani adulti: nella fascia 25-34 anni l’80,8% ha un lavoro, un dato molto più alto della media nazionale (68,7%).
Ma restano alcune sfide da affrontare.
Giovanissimi. Il tasso di occupazione tra i 15 e i 24 anni (21,7%) è ancora inferiore rispetto ad altre province venete.
Istruzione. Anche se aumentano i laureati in materie scientifiche e ingegneristiche (i cosiddetti laureati STEM, +17% in ingegneria), il numero di esperti non è ancora sufficiente a coprire tutte le richieste delle aziende locali.

Aziende che cambiano
Il tessuto imprenditoriale sta evolvendo: diminuiscono le ditte individuali e aumentano le società di capitali, segno che le imprese si stanno strutturando meglio per affrontare il futuro. Inoltre, le aziende familiari si aprono sempre di più all’ingresso di soci esterni per gestire meglio il passaggio generazionale.
