Approvati all’unanimità i bilanci di Confcommercio Verona, presentati all’assemblea dei soci ieri sera. Insieme al via libera al conto consuntivo 2005 e al bilancio preventivo 2006, preceduto dalla lettura – da parte dell’amministratore di Confcommercio Paolo Arena – di una dettagliata relazione sullo stato economico e patrimoniale dell’associazione, l’assise ha registrato una breve relazione del presidente provinciale Fernando Morando che ha sottolineato come “il decreto Bersani sulle liberalizzazioni e la manovra correttiva dei conti pubblici del Governo, contengano provvedimenti che rischiano di peggiorare notevolmente il già difficile quadro cui fanno riferimento le aziende del terziario e di provocare ulteriori chiusure di attività”. [//]
Chiusure che, ha messo in luce l’amministratore Arena nell’illustrare i documenti contabili, continuano a verificarsi numerose anche nella provincia veronese soprattutto tra i piccoli negozi, conseguenza delle difficoltà economiche e della presenza di numerosi centri commerciali
Il decreto Bersani, intanto, ha messo in luce Morando, sembra voler sopprimere il Registro degli esercenti (Rec) per il settore della somministrazione di alimenti e bevande e per la vendita di prodotti alimentari, fatto che agevolerebbe l’ingresso sul mercato di imprese dalla scarsa professionalità.
“Anche la manovra correttiva – ha proseguito il presidente di Confcommercio – rischia di tradursi in una “mannaia” sulle nostre attività. Una manovra che “Il Sole 24 ore” del 10 luglio ha definito non a caso “pigliatutto” e che prevede tra l’altro l’inasprimento degli studi di settore, il gravoso obbligo di trasmettere “online” con cadenza settimanale o mensile l’ammontare dei corrispettivi giornalieri, un pesante giro di vite sugli agenti immobiliari e la totale liberalizzazione dei panifici, a discapito della professionalità. Una manovra che colpisce 38 milioni di contribuenti e che vede la categoria dei commercianti rientrare tra quelle che, sempre “Il Sole 24 ore”, ha ribattezzato “pluricolpite”: si pensi al commerciante proprietario di immobili che deve confrontarsi con le novità fiscali sugli studi di settore… E per fortuna che il ministro Bersani nell’ambito dell’assemblea nazionale della Confcommercio svoltasi giovedì 6 luglio aveva dichiarato che il commercio “ha già dato”…”.
Tutto questo, ha detto ancora Morando, mentre la pressione fiscale continua ad attestarsi su livelli di guardia: mediamente, la tassazione italiana si colloca intorno al 37%, largamente al di sopra dell’aliquota media del 28% dei Paesi Ocse e di quella dell’Unione europea allargata, che è pari al 25%”.
“Mentre l’economia locale, nazionale ed internazionale sta andando verso una terziarizzazione, si continua a penalizzare le imprese del commercio e dei servizi, che soffrono anche la mancanza di infrastrutture e gli elevatissimi costi dell’energia”, ha evidenzianto Morando. “E ben poco si sta facendo anche per il turismo, asso nella manica della nostra economia che continua però a rimanere orfano di progettualità e di strategie precise, complice peraltro un individualismo che alberga e prolifera anche nella provincia veronese e che va assolutamente sradicato”.