Bastione di San Giorgio, un cantiere scuola recupera il Rivellino

E’ un cantiere decisamente innovativo quello in corso d’opera alla Rondella di San Giorgio, sia per la tipologia del restauro conservativo avviato ma anche per gli obiettivi formativi e didattici ad esso legati. Si tratta infatti di un cantiere-scuola, che porta gli studenti della Scuola edile ad imparare sul campo e applicare la teoria studiata in classe alla pratica vera e propria. I lavori servono per mettere in sicurezza la copertura e garantire continuità all’attività del Gruppo Scout Verona 10 che da più di settant’anni gestisce gli spazi del Rivellino, la costruzione che si vede dalla passeggiata sul lungadige. 

Un progetto di riqualificazione strategica che apre inoltre la strada a nuove opportunità in ambito turistico e didattico. L’idea è infatti quella di sfruttare le potenzialità di una delle strutture difensive asburgiche più importanti della città per creare nuovi percorsi culturali, sfruttando corridoi sotterranei fino ad oggi mai aperti al pubblico e che permetterebbero una visita pressoché completa di tutti gli edifici di cui si compone il Bastione di San Giorgio.    

Sono questi gli elementi alla base dell’accordo siglato nel 2019 tra il Comune e il Centro paritetico per la formazione, la sicurezza e i servizi al lavoro di Verona Esev-Cpt e che trova concretezza grazie al contributo di Fondazione Cariverona, che ha deciso di sostenere il costo dei lavori condividendo le finalità educative e formative del progetto e la promozione di opportunità a favore dei giovani. Un’opera a costo zero per il Comune, che tuttavia sta seguendo l’avanzamento dei lavori attraverso gli uffici dell’Edilizia monumentale e con l’interesse del settore Patrimonio Unesco, impegnato a valorizzare tutto il sistema difensivo cittadino compresi i Forti. Forte San Giorgio è uno dei pochi ancora di proprietà del Demanio e che il Comune gestisce in concessione. In attesa di completare le procedure relative al trasferimento del bene, il Comune ha fatto richiesta di utilizzare la cosiddetta ‘poterna’, ovvero gli spazi del sistema difensivo interno, per valorizzarli e renderli fruibili a scopo culturale e turistico. 

I lavori. Iniziati a febbraio, si concluderanno entro l’estate. Viene usata una tecnica di lavoro reversibile, che permette cioè di sistemare il tetto con strumenti e materiali di ultima generazione ma senza modificarne minimamente l’aspetto. Al lavoro ultimato infatti, la copertura sarà identica a quando è stata costruita a metà del 1800, con la superficie a verde a sovrastare l’intero edificio. A differenza del passato però, il tetto sarà impermeabilizzato e messo in sicurezza. Nel pacchetto lavori è prevista anche la pulizia del cortile interno da sterpaglie ed erbacce. Il costo dell’intervento è di 136 mila euro.  

Il cantiere-scuola. Se non ci fosse stato l’imprevisto Covid, gli studenti avrebbero partecipato attivamente al cantiere, supportando gli operai in alcune fasi di lavoro. Causa emergenza sanitaria e limitazioni d’obbligo, l’accordo la scuola edile Esev-Cpt – Ente bilaterale unificato, Centro paritetico per la formazione, la sicurezza e i servizi al lavoro in edilizia e il Comune è stato rimodulato prevedendo una serie di uscite didattiche in cantiere. Corsi mirati per i ragazzi che studiano tutto ciò che attiene all’edilizia e alla progettazione, ma anche all’arte e alla storia. Sul posto questa mattina si sono recati in sopralluogo il sindaco Federico Sboarina, gli assessori all’Edilizia Monumentale Luca Zanotto e al Patrimonio Unesco Francesca Toffali, insieme al direttore di Fondazione Cariverona Giacomo Marino. Presenti anche il direttore di Scuola Edile Esev-Cpt Gianni Zampieri con Annalisa Barbetta, il direttore lavori Marcello Verdolin e Maurizio D’Alessandro del Gruppo Scout Agesci Verona 10.

“Elemento entusiasmante del progetto è il collegamento con la parte formativa e il coinvolgimento dei giovani e delle scuole – ha detto il direttore Marino -. Riuscire ad imparare un lavoro mentre si studia è fondamentale, lo stage ha proprio questo scopo, capire come funziona una determinata professione per poi decidere se sceglierla o meno. A ciò si aggiunge l’opportunità di realizzare cantieri e quindi creare lavoro attraverso lo straordinario patrimonio artistico delle nostre città. Un progetto che nell’insieme ci è molto piaciuto e che siamo contenti di sostenere, il Capitale Umano è uno degli obiettivi strategici della Fondazione, seguiamo con curiosità il proseguo del cantiere e la parte didattica”.

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