Borchia, no all’accelerazione UE sul clima: “Dipenderemo di più dalla Cina, con danni economici per imprese e cittadini”

“Bollette alle stelle e dipendenza tecnologica dalla Cina. Questo il triste futuro energetico dell’Europa”. Dura la reazione di Paolo Borchia, eurodeputato veronese della Lega, al dibattito che si è aperto a Strasburgo sul pacchetto “Fit for 55”, che, sottolinea Borchia in una nota, “condizionerà la legislazione italiana ed europea per raggiungere gli obiettivi climatici da qui al 2030. Il gioco vale la candela?”, si chiede Borchia. “Le emissioni di gas serra si sono ridotte in Europa nell’ultimo trentennio, ma è stato uno sforzo vanificato dal costante aumento dell’inquinamento negli altri continenti. Paradossale che la Commissione Europea e la maggioranza dei gruppi politici parlino solo di imporre una legislazione ancora più stringente per dare il buon esempio, a spese dei cittadini e delle imprese: il rischio di disoccupazione e delocalizzazioni è tangibile”.

Paolo Borchia, europarlamentare veronese della Lega

“Si tratta – conclude l’europarlamentare veronese – di un disegno che inevitabilmente finirebbe con il sostituire la dipendenza europea dal petrolio mediorientale con quella dalla tecnologia cinese, da cui dobbiamo importare oltre il 60 per cento delle materie prime indispensabili per la transizione ecologica: non siamo autonomi sulla produzione di batterie, pannelli solari e veicoli elettrici, con il rischio che troppi miliardi del Recovery plan vadano a finire in Cina. E mentre la politica mondiale rema dalla parte delle imprese e dei cittadini, quella europea sta affossando consumi e competitività”.

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