Caivano, Napoli. Intere zone delle nostre città sfuggono al controllo dello Stato 

(di Mario Marino) Giorgia Meloni è arrivata a Caivano, Napoli, col campionario della politica: «Non possono esserci zone franche»; «riportare la presenza costante dello Stato»; «il territorio sarà bonificato». Ma se lo Stato ha fallito per un decennio e più, chi ci assicura che non riaccadrà? E sopratutto, come?
«Se siamo qui oggi a condannare un episodio barbaro -prosegue-  significa che si è consumato un fallimento da parte dello Stato e delle istituzioni nonostante degli sforzi siano stati fatti».
Tutto vero. Dunque? Dovrebbe invece spiegarci perché hanno fallito. Chi ringraziare. E perché sono ancora tutti ai posti di comando.
Non esiste poi parola peggiore di “bonificare”. Più che l’inizio di un cambiamento sembra un proclama per mostrare i muscoli, che cela debolezza.
Sono le scuole di pomeriggio, le biblioteche, i centri sportivi, l’oratorio gli unici elementi di rinascita. Non il lanciafiamme. In un territorio con tasso d’accoglimento del 72% delle domande di reddito di cittadinanza, qual’è la priorità? È il lavoro.

Spiegava qualche anno fa la preside Eugenia Carfora che certi genitori a Caivano mandavano i figli a scuola solo per assicurargli almeno un pasto alla mensa. È la fame che rende tutto sporco, speculativo, infame e pericoloso. È grazie alla fame che i clan del Parco Verde si sono assicurati una cieca obbedienza degli affiliati. La bonifica dalla malavita è possibile con il lavoro a tempo pieno e con un livello minimo di cultura per i ragazzi. 

La soluzione brasiliana per Caivano

E, cosa ancor più grave, il presidente della Regione Vincenzo De Luca chiede un anno di stato d’assedio militare. La ‘soluzione brasiliana’: nelle favelas di Rio quando passa il caveirão, l’autoveicolo blindato del Bope il gruppo di intervento armato, la ‘tropa de elite’, i bambini piangono e la gente va a nascondersi perché ci sarà una sparatoria a breve. 

Degrado. Intere zone delle nostre città  sfuggono al controllo dello Stato 
favelas

Il Pinqa per Caivano

Il Parco da due anni attende un pizzico di riqualificazione, la centesima parte che sarebbe necessaria, inserita nel Pinqua, il Programma Innovativo Nazionale per la Qualità dell’Abitare, nato per realizzare interventi di edilizia sociale e rigenerazione urbana in tutta Italia. Nel progetto si legge: “Interventi di manutenzione straordinaria ed efficientamento energetico del patrimonio edilizio residenziale pubblico, degli spazi aperti e servizi pubblici del Parco Verde, per un ammontare di 8 milioni e 200mila euro.” Nel progetto è incluso il recupero e riutilizzo di un manufatto edilizio esistente in disuso da destinare a struttura socio-assistenziale a supporto dei minori e dei loro genitori, nonché l’apertura e la riqualificazione di aree verdi in stato di abbandono. Evidentemente, sogni e soldi si sono fermati in una graduatoria.  La verità e che se i nostri politici non hanno capito, o fanno finta di non capire come stanno veramente le cose. E passeranno generazioni prima che al Parco Verde si potrà camminare senza guardarsi le spalle. 
Meloni non può non capire che senza lavoro il Parco Verde è destinato a restare enclave dei clan e ostaggio del male per sempre. Le storie di Fortuna Loffredo e Antonio Giglio e due bambine senza nome, violate per sempre, lo confermano.

Aumento le rapine e i furti

Peraltro, poche ore prima che Giorgia Meloni arrivasse a Caivano per la sua giusta visita ufficiale, si era verificato l’ennesimo omicidio, questa volta di un giovane musicista, pare per una futile questione di parcheggio di motorini, proprio a Napoli, a pochi metri dalla centralissima Piazza del Municipio, una piazza che uno si aspetterebbe essere costantemente presidiata dalle forze dell’ordine. È stato l’ennesimo episodio di violenza e l’ennesimo omicidio che si è dovuto registrare in questa settimana, dall’omicidio di una tabaccaia a Foggia per una rapina, dall’agguato a un prete che lotta contro i clan a Roma, che solo per l’eroico gesto di un agente della scorta non è finito in tragedia, ad altri che sono accaduti in Lombardia e in altre regioni d’Italia. È il fallimento delle politiche securitarie del governo di destra che aveva vinto le elezioni promettendo maggiore sicurezza. Invece gli stessi dati presentati dal Viminale a Ferragosto dicono che furti e rapine, i reati che più incidono sulla percezione di sicurezza dei cittadini, sono aumentati. E intere zone delle nostre città e province sfuggono al controllo dello Stato e alla legalità.

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