Confindustria vuole le Regione del Garda, bene, ottimo! ma sino a ieri ha fatto esattamente l’opposto

L’Adige lo sta ripetendo da un po’. Il problemadi Verona è la marginalizzazione che ha subito nel Veneto negli ultimi anni. Il potere regionale è concetrato nel triangolo Venezia-Padova-Treviso e Verona ha perso quell’importanza e quella centralità che da sempre le conferiscono la posizione geografica e la storia. Per recuperarle è indispensabile valorizzare la posizione geo-politica che è quella di capitale naturale di un territorio che comprende, oltre al territorio veronese, le province di Trento, Bolzano, Brescia, Mantova e Vicenza. Una regione transfrontaliera che si chiama Regione del Garda. Una delle più ricche del mondo.

Ora sapere che un importante rappresentante dell’economia veronese come Michele Bauli, presidente uscente degli industriali, condivide questa analisi non può che far piacere. La costruzione della Regione del Garda non può essere una semplice proposta teorica, un sogno per il futuro o una reminiscenza del passato. Dev’essere concreta. E cosa di più concreto che declinarla sul territorio attraverso le imprese, private e pubbliche? Bene allora quello che afferma Bauli. Un alleato importante per tutti coloro che puntano alla rinascita di Verona attraverso la riconquista della sua centralità.

Peccato però che lo dica adesso che il suo mandato è finito. Peccato soprattutto che le sue parole contrastino, e non poco, con le posizioni che l’associazione che rappresenta ha tenuto su problematiche che toccano in pieno il ruolo di Verona. Non possiamo dimenticare che l’Unione industriali aveva appoggiato l’operazione che avrebbe portato alla fusione di Agsm con il colosso milanese A2A, che l’avrebbe mangiata in pochi mesi e che solo per l’opposizione di alcune componenti della maggioranza non s’è realizzata. Non era certo un modo per valorizzare la centralità di Verona. Mentre lo è il percorso della fusione con la vicentina AIM in prospettiva di un ulteriore passo con il coinvolgimento con Dolomiti di Trento e Bolzano.

Ma soprattutto non possiamo dimenticare la posizione dell’Unione Industriali sull’Aeroporto, appiattita sulla veneziana SAVE, che lo sta portando alla morte attraverso una lenta agonia. Lasciare il Catullo nelle mani della concorrenza veneziana non significa certo lavorare per Verona e tantomeno per la Regione del Garda. Bauli se l’è dimenticato?

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