Dietro l’angolo anche la carestia. Dopo la pandemia, la guerra e la crisi energetica in arrivo anche la carestia.

Il Global Network Against Food Crises (Gnafc), emanazione di Unione Europea, Fao e Wfp sui problemi alimentari,valuta che nello scorso anno 193 milioni di persone in 53 paesi diversi hanno vissuto una crisi alimentare acuta o peggio. Sono quasi 40 milioni in più rispetto al numero già record del 2020.
570mila in Etiopia, in Madagascar, in Sud Sudan e in Yemen sono state classificate nella fase più grave di catastrofe acuta da insicurezza alimentare.
Sono 39 i paesi sempre presenti in tutte le edizioni del rapporto, dal 2016 al 2021, nei quali il numero di persone a livello di ‘crisi’ o peggio è quasi raddoppiato.

Le cause sono molte: conflitti, crisi ambientali e climatiche, crisi economichee sanitarie. Alla base della crescente insicurezza alimentare acuta nel 2021 ci sono le guerre,che hanno spinto 139 milioni di persone in 24 paesi/territori all’insicurezza alimentare acuta, rispetto a circa 99 milioni in 23 paesi/territori nel 2020. Ma incidono anche i cambiamenti climatici e la desertificazione che colpiscono 23 milioni di persone in 8 paesi, rispetto a 15,7 milioni in 15 paesi e gli shock economici, soprattutto da pandemia che hanno colpito 30 milioni di persone in 21 paesi, rispetto agli oltre 40 milioni di persone in 17 paesi nel 2020.

Tutto questo prima che scoppiasse la guerra in Ucraina, che è destinata ad aggravare la situazione essendo uno dei principali fattori di fragilità dei sistemi alimentari globali, con gravi conseguenze per la sicurezza alimentare e nutrizionale. 

Il rapporto osserva che la Guerra in Ucraina peggiorerà ulteriormente le condizioni alimentari dei paesi che già soffrono la scarsità di cibo soprattutto perché dipendono  dalle importazioni di prodotti alimentari e agricoli dall’Europa.
Ucraina e Russia sono fra i principali produttori ed esportatori di cereali che in Africa, dopo la desertificazione avvenuta con l’avvento delle multinazionali, non vengono prodotti in quantità sufficiente per dar da mangiare alle popolazioni africane. Il drastico calo delle esportazioni dall’Europa orientale è destinato ad aggravare le condizioni dei paesi più poveri. Ma non c’è da stare proprio tranquilli nemmeno in Italia e in Europa, visto che da tempo non abbiamo più l’auto-sufficienza alimentare.

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