Disturbi mentali e suicidi in carcere, conseguenza del sovraffollamento e dell’organizzazione penitenziaria

L’Organizzazione Mondiale della Sanità rileva che in Europa un detenuto su tre offre di disturbi mentali, tanto che la causa più comune di morte nelle carceri è il suicidio.
IUl sistema carcerario dei paesi europei ha dimostrato una tenuta in occasione della pandemia. Non altrettanto si può dire per il problemi strutturali, quali l’organizzazione e il sovraffollamento, che continuano a determinare malessere tale da spingere una quota rilevante, ed in ogni caso di gran lunga maggiore rispetta alla popolazione generale, a suicidarsi. 

“La detenzione- afferma Hans Henri Kluge, direttore dell’Ufficio dell’Oms per l’Europa- non dovrebbe mai diventare una condanna di cattiva salute. Tutti i cittadini hanno diritto a un’assistenza sanitaria di buona qualità, indipendentemente dal loro status giuridico”.
Il rapporto Oms ha analizzato le prestazioni nelle carceri di 36 paesi dell’Ue dove sono detenute 600.000 persone. E’ risultato che il 32,6% dei reclusi soffre di disturbi mentali. Una delle emergenze che influiscono di più è il sovraffollamento, che riguarda uno stato su cinque, e la mancanza di servizi di salute mentale.
La soluzione potrebbe essere quella delle pene alternative al carcere per i reati di bassa pericolosità sociale, come la  detenzione presso il domicilio, magari con il bracciale elettronico o dei servizi socialmente utili.
C’è anche da prendere in considerazione, specie per l’Italia, la strada di far scontare la pena agli stranieri nel loro paese d’origine o in un altro stato, previ accordi internazionali.

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