Energia, sul price-cap Paolo Borchia resta scettico: Europa lenta ad agire, ma rigida sulle politiche climatiche

Paolo Borchia, europarlamentare della Lega, coordinatore Id in commissione Energia al Parlamento europeo resta scettico sulla reale efficace del price-cap appena varato a Bruxelles: «Il raggiungimento di un price cap è sicuramente un segnale incoraggiante ma, al di là di facili entusiasmi, permangono ancora numerose criticità che non possono e non devono essere trascurate. Va considerato infatti che il mercato TTF perderà importanza a scapito degli accordi bilaterali. E che in caso di problemi di approvvigionamento, il price cap non si applicherà, così saremo punto a capo. Ancora una volta l’Ue, che con la Commissione di Ursula Von der Leyen aveva promosso una proposta di price cap irrealizzabile e a tratti ridicola, dimostra di avere tempi di reazione alle crisi eccessivamente lunghi, decisamente insufficienti rispetto alle esigenze di cittadini e imprese.

Il price cap da solo però non basta, per affrontare questa sfida servirebbe, come chiede la Lega da tempo, un allentamento delle politiche sul clima, pensate per un mondo pre-Covid, pre-guerra in Ucraina e pre-crisi energetica, mentre siamo di fronte persino a un inasprimento dell’origine del problema, come confermano i nuovi target sulla Co2. Infine, permangono grossi dubbi, alla luce delle recenti cronache legate a Qatargate e relazioni bilaterali Ue-Doha, sull’affidabilità delle forniture di Gnl dal Qatar, mesi fa venduta da qualcuno come panacea di tutti i mali. La strada è ancora in salita».

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