Guala Closures paga la crisi del vino mondiale causa Covid, ma salva la marginalità tagliando i costi

(di Christian Gaole) Guala Closures nei primi sei mesi del 2020 ha ottenuto ricavi netti consolidati pari a 272,3 milioni di euro,  -6.4% a cambi correnti. Il gruppo, fondato in Piemonte nella metà degli anni ‘50, oggi è una multinazionale che si occupa di produrre chiusure per superalcolici e vino. Opera in 5 continenti, con 29 centri produttivi e una struttura commerciale presente in oltre 100 paesi. Il 90% del fatturato del gruppo è fuori dall’Italia. A causa dei vari lockdown in tutto il mondo, seppur ci sia stato un calo dei volumi, Guala Closures ha portato avanti, sia nel primo che secondo trimestre di quest’anno, una politica di incremento dei prezzi con un beneficio pari a €1.9 milioni.

Il Gruppo – la società è quotata in Borsa a Milano e il grafico evidenzia l’andamento del titolo negli ultimi tre anni – ha i suoi maggiori introiti in Europa con 172,4 milioni, poi a seguire nel continente americano con 53,2 milioni; in Asia con 37 milioni; in Oceania con 19  e, infine, in Africa, con 8,3 milioni. Si può dire, quindi, facendo un paragone tra le cifre di quest’anno e quello scorso, che in generale i ricavi siano diminuiti per un fattore comune: il covid-19. Tanto in Italia quanto in Argentina, Cile e Città del Capo, il virus ha inciso in maniera non indifferente sui ricavi del Gruppo.

A tal proposito, infatti, Marco Giovannini, Presidente e AD di Guala Closures Group ha affermato che “nel secondo semestre il gruppo continuerà a concentrarsi al massimo sul controllo dei costi interni, sulle performances produttive, sui flussi di cassa e la gestione della liquidità. La concentrazione permetterà di continuare ad investire sullo sviluppo sostenibile”. La parola sviluppo, infatti incarna l’obiettivo dell’AD, cioè recuperare i volumi produttivi che sono stati persi a causa della pandemia. L’EBITDA rettificato pari è stato pari a 45.5 milioni di Euro, -9.8% a cambi costanti e Euro 44,2 milioni, -12,2% a cambi correnti.
Inoltre, grazie a politiche di contenimento dei costi del personale, riduzione delle spese di viaggi, delle attività di marketing e a supporti governativi, nei primi sei mesi del 2020 la marginalità sia rimasta in linea con 1H 2019 (17.3%);. Per ciò che concerne, invece, i ricavi dati dai diversi segmenti operativi, il gruppo ha ottenuto maggiori introiti dal segmento Safety, Roll-on e vino. Meno redditizi sono stati i segmenti di Luxury, Pharma e Pet.

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