I Nas controllano le cooperative sanitarie che suppliscono alla mancanza di medici e infermieri negli ospedali

Come noto e più volte evidenziato la mancanza di medici negli ospedali ha generato il fenomeno dell’utilizzo delle cooperative sanitarie che forniscono il personale che manca. I Nas, su input del Ministero della Salute, hanno eseguito un controllo su 1.934 strutture sanitarie in tutto’Italia. Hanno verificato 637 cooperative e 11.600 tra medici e infermieri ed hanno verificato i titoli di 11.600 tra medici, infermieri e altri professionisti. I Carabinieri hanno rilevato 200 casi di irregolarità anche a carico dei titolari di cooperative e strutture pubbliche e private per frode e non  adempimento nelle pubbliche forniture. Sono stati scoperti 43 casi di esercizio abusivo della professione di infermiere, in alcuni casi con titoli esteri che non valgono in Italia. Sono anche state chiuse 5 strutture sanitarie per mancanza di autorizzazioni.
Tra le irregolarità rilevate anche l’età dei medici impiegati dalle cooperative, superiori a quelle definite nei contratti.

I sindacati medici intervengono sul fenomeno cooperative. L’Anaao-Assomed, il più grande sindacato dei medici ospedalieri, denuncia che «il sistema delle cooperative ha determinato un vero e proprio Far West professionale in sanità, ed una destrutturazione della professione». E sottolinea la necessità di creare condizioni lavorative migliori per i medici ospedalieri in modo da fermarne l’esodo verso il privato.
Il presidente degli Ordini dei Medici Filippo Anelli sostiene che non è che in Italia manchino i medici, visto che ce ne sono 4 ogni 1000 abitanti, più che di Spagna, Inghilterra e Francia. Il fatto è che la loro professionalità non è valorizzata e che vengono retribuiti male, e così scappano nel privato o all’estero.
Resta il fatto che la mancanza di camici bianchi sta diventando un’emergenza nazionale. In teoria ci sarà anche un n numero di medici sufficiente in confronto con altri paesi, come dice Anelli, ma bisognerebbe confrontare anche i diversi sistemi sanitari. Una ragione di più per mettere mano ad un adeguamento ai tempi del SSN e della produzione di medici da parte dell’Università.

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