Il dipartimento di Neuroscienze, biomedicina e movimento è un’eccellenza dell’università di Verona

(di Edoardo Cavalli) Implementare la ricerca sull’uomo spaziando tra gli ambiti disciplinari più diversi, dalle scienze biologiche a quelle clinico-motorie e psicologiche.

È questo, in sintesi, l’obiettivo del dipartimento di Neuroscienze, biomedicina e movimento dell’università di Verona che l’Agenzia nazionale di valutazione del sistema universitario e della ricerca (Anvur) ha indicato tra i 180 dipartimenti di eccellenza italiani.

Nello specifico, il dipartimento di Neuroscienze, biomedicina e movimento ha ricevuto circa 9 milioni di euro per il suo progetto di sviluppo che durerà fino al 2027. Progetto che è stato illustrato giovedì 31 agosto alle 11 nell’Aula E degli Istituti Biologici, da Corrado Barbui, direttore del dipartimento di Neuroscienze e Andrea Sbarbati referente del progetto “Dipartimento di eccellenza”.

Presenti le e i referenti delle 6 aree strategiche in cui si articola il piano. Per la seconda volta, il dipartimento di neuroscienze, biomedicina e movimento viene riconosciuto dipartimento di eccellenza, confermandosi anche per il prossimo quinquennio tra i migliori dipartimenti in Italia. La peculiarità principale del dipartimento consiste nella sua interdisciplinarità, contando 104 docenti, ricercatrici e ricercatori che afferiscono a ben 22 settori scientifici disciplinari.

dipartimento

Il nuovo progetto di sviluppo dal titolo “Plasticità e degenerazione cellulare dalle molecole agli individui: meccanismi, ambiente e terapia” segue le orme di quello precedente denominato “Comportamenti e benessere: un approccio multidisciplinare per favorire la qualità della vita in condizioni di vulnerabilità”, integrando nella sinergia già consolidata tra gli ambiti disciplinari di psicologia generale, clinica e di scienze motorie altre competenze, soprattutto dell’ambito delle scienze biologiche.

Alle precedenti 5 aree di sviluppo (l’impatto dell’attività fisica sul benessere psicologico dei richiedenti asilo e rifugiati. Un approccio Bio-Psico-Sociale allo studio della Resilienza in giovani con recente diagnosi di Sclerosi Multipla. Basi molecolari e funzionali di un dell’invecchiamento di successo e della fragilità. 

Fatica e malattia di Parkinson: un approccio multidisciplinare allo studio della fisiopatologia ed al trattamento. L’ictus cerebrale: lo studio della relazione tra i disturbi motori, cognitivi e psicologici per sviluppare nuovi interventi riabilitativi e migliorare la qualità di vita delle persone) le cui attività continuano e continueranno in futuro, si sono affiancate 6 nuove aree strategiche.

Le nuove aree strategiche del dipartimento

1. Umore-cognizione-movimento: basi molecolari e funzionali della plasticità neurale.

L’aumento delle conoscenze sulle basi funzionali della comunicazione, delle connessioni e della plasticità neurali può migliorare l’efficacia e la tempestività degli interventi nelle degenerazioni patologiche.

2. Sistemi sensoriali in condizioni fisiologiche e patologiche.

L’aumento delle conoscenze sulle basi funzionali dei sistemi sensoriali (vista, udito, olfatto e gusto) e dei meccanismi che ne provocano alterazioni (genetici e ambientali) può migliorare l’approccio personalizzato delle terapie, anche in termini di qualità della vita delle persone affette da patologie sensoriali.

3. Sviluppo e invecchiamento: longevità e salute.

Lo studio dei meccanismi morfologici e funzionali associati alla longevità e del ruolo del movimento nel mantenimento/recupero della salute, consentirà di sviluppare e validare strategie per ottimizzare la salute e la funzionalità delle persone anziane, attraverso il movimento.

4. Plasticità e progressione tumorale.

Mediante l’identificazione dei determinanti molecolari alla base della formazione, progressione e disseminazione del cancro, nonché della variabilità soggettiva della risposta ai farmaci, si svilupperanno nuovi modelli prognostici e predittivi per migliorare le strategie terapeutiche contro il cancro.

5. Macroambiente, neurodegenerazione e neuroinfiammazione.

La comprensione del legame di questi 3 fattori in condizioni fisiologiche e patologiche permetterà di individuare dei bersagli terapeutici per patologie di tipo neurodegenerativo.

6. Dalla genomica alla funzione nelle malattie rare.

Dallo studio genetico di alcune malattie rare già seguite in dipartimento, si identificheranno i meccanismi patogeni legati ad alterazioni genetiche per contribuire allo sviluppo di terapie genetiche.

Per supportare il raggiungimento degli obiettivi, il dipartimento ha proposto la progettazione di una piattaforma infrastrutturale che prende il nome di Bio-Neuro-Platform, per migliorare le tecnologie e le strumentazioni ad oggi presenti nel dipartimento e potenziare gli studi biologici.

Inoltre, la piattaforma punta al miglioramento tecnologico e informatico del sistema di conservazione di dati biologici e clinici, e della condivisione di tali dati tra ricercatrici e ricercatori diversi, per aumentare lo scambio di informazioni.

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