«Il mercato chiede più tipicità e più autoctoni»: tavola rotonda alla Cantina Valdadige

Spazio agli autoctoni. A chiederlo sono in primis i professionisti del settore vinicolo, alla ricerca di prodotti innovativi – ma con forti contenuti di tradizione e tipicità – per solleticare l’interesse di un mercato altrimenti stabile. [//]Quento, in estrema sintesi, il risultato della tavola rotonda che si è sv olta venerdì scorso, nella Cantina Valdadige di Brentino Belluno (Verona), sui “I vini della Valle dell’Adige visti da…”. Incontro, tra esperti del settore vitivinicolo e non solo, svoltosi all’interno della 2° Convention della Forza Vendite della Cantina Valdadige. Sono intervenuti: Marco Aldegheri, consigliere nazionale AIS; Walter Fontanesi, buyer San Geminiano Italia; Massimo Meneghello, direttore generale Wine Outlet; Eros Poli, campione olimpico di ciclismo e ora proprietario di un enoteca nel cuore di Verona; Franco Sgambelluri, contitolare Osteria Sottoriva di Verona; Fabio Turchetti, giornalista enogastronomico de Il Messaggero. Ha moderato la tavola rotonda Beppe Giuliano, editore e direttore responsabile di “Euposia-La rivista del Vino”. Uno dei problemi attuali del mercato del vino è il processo di omologazione. La quasi totalità delle persone lentamente si trova inesorabilmente davanti a una selva di prodotti analoghi. “La sola salvezza è puntare sui prodotti storici, radicati nel territorio, che possiedano caratteristiche tali da renderli riconoscibili. Puntare sui vitigni autoctoni, sulle produzioni che esaltino la tipicità e la riconoscibilità del prodotto.” sottolinea Fabio Turchetti, giornalista enogastronomico de Il Messaggero. Per Walter Fontanesi, Buyer San Geminiano Italia, consorzio distributori di bevande, “Il pubblico appezza e gradisce vini con caratteristiche organolettiche particolari, che hanno qualcosa di diverso da dire, come il Müller Thurgau, permettendoci così di ampliare la gamma altrimenti limitata.” Un’indicazione confermata anche da Marco Aldegheri, consigliere nazionale AIS, “Il pubblico è sempre più preparato e si sta diffondendo un certo interesse per i vitigni autoctoni, anche i meno conosciuti, come l’Enanzio presente dai tempi dei romani in questa valle. Compito degli addetti ai lavori è non solo essere informati ma diventare Ambasciatori della tipicità conoscendo e vivendo le emozioni, i luoghi, le persone, il lavoro che è nascosto dietro a ogni bottiglia”. Il vino è una creatura viva il cui profilo dipende fortemente dall’identità percepita dal consumatore e l’identità è quella che la filiera sa mettere in risalto. La Valdadige è un territorio del veronese ancora intatto e qui da questa incredibile natura stretta tra la montagna del Baldo e il fiume Adige, a due passi dal Garda di cui risente delle benefiche correnti – sottolinea il presidente della Cantina Valdadige, Virgilio Asileppi – nascono grandi vini. La cantina Valdadige, una solida realtà cooperativa fondata a Brentino Belluno nel 1957, riunisce più di 200 Soci, tutti appassionati viticoltori, che con amore e competenza hanno creato un paradiso di vigneti sulle aree pedecollinari della valle dell’Adige. Facebooktwitterredditpinterestlinkedinmail