In Italia non ci sono abbastanza residenze per anziani. E l’assistenza domiciliare integrata stenta a partire

L’Italia è un paese anziano. Ci sono 13 milioni di over 65, ma non ci siamo ancora attrezzati per gestire una fascia d’età che sta diventando sempre più numerosa. E’ quanto risulta da uno studio del Senato che ha comparato la situazione italiana con i dati di Svezia, Francia, Germania, Regno Unito, Spagna, Stati Uniti e Canada. Risultiamo gli ultimi per l’organizzazione di assistenza a lungo termine.

Nelle Rsa abbiamo solo 18,8 posti per 1000 abitanti over 65 anni. Nate negli anni ‘90, sono strutture non ospedaliere ma in grado di assicurare assistenza sanitaria alle persone non autosufficienti.  Sono 4.629 (dati 2020). Possono essere pubbliche, private convenzionate con la Regione o totalmente private. Sono così distribuite: 2.651 al Nord, 668 al Centro e 1310 al Sud.
Se in Italia il rapporto è del 18,8 per mille, in Svezia è del 68, in Germania è del 54, del 51 in Canada e del 30 negli States.

L’istituzionalizzazione dell’anziano rappresenta anche un costo notevole. La retta mensile media per un posto in una casa di riposo si aggira attorno ai 1.500 euro, per quelle strutture che non offrono assistenza sanitaria, a carico dell’utente o del Comune, secondo il reddito. Altrimenti si va anche sui 3 mila euro al mese ed anche di più. A seconda del reddito dell’ospite la Regione interviene accollandosi una parte della spesa (circa la metà). Ma nonostante i costi elevati quello che crea difficoltà è la mancanza di posti. Perciò il Governo si è orientato nel creare le condizioni affinché l’anziano rimanga nella sua abitazione. Per fare questo però è necessario potenziare e riorganizzare tutti i servizi territoriali, come l’assistenza domiciliare integrata, la telemedicina, il ruolo dei medici di famiglia e tutti quei servizi di supporto alla vita quotidiana dei nostri vecchi.
Si calcola che in in Europa e in Nord America più di un quarto degli over 65 vino da soli a casa loro.   

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