Ius scholae. Lega e FdI cercano di bloccare il tentativo di allargare la possibilità di ottenere la cittadinanza italiana per gli stranieri con una valanga di emendamenti 

Non è passato lo ius soli? Non c’è problema, facciamo lo ius scholae. E’ degna di miglior causa l’insistenza con cui la sinistra vuole allargare a tutti i costi le maglie per concedere la cittadinanza italiana agli stranieri. Ieri in Commissione Affari Costituzionali alla Camera è approdata la proposta di legge sullo ius scholae elaborato dal presidente della stessa Commissione Giuseppe Brescia (M5S). La proposta grillina prevede che possa acquistare la cittadinanza il minore straniero nato in Italia o che sia immigrato entro il compimento del dodicesimo anno di età, che abbia risieduto legalmente e senza interruzioni in Italia e abbia frequentato regolarmente nel territorio nazionale per almeno 5 anni uno o più cicli scolastici presso istituti appartenenti al sistema nazionale di istruzione o percorsi di istruzione e formazione professionale triennale o quadriennale idonei al conseguimento di una qualifica professionale. Un modo per far rientrare dalla finestra quello che la sinistra non era ancora riuscita a far entrare dalla porta: lo ius soli, che concederebbe la cittadinanza a chiunque nasce in Italia, anche se nasce da genitori stranieri. Oggi la legge italiana consente ad un immigrato di prendere la cittadinanza italiana dopo 10 anni. Un termine più che congruo. Lega e Fratelli d’Italia non ci stanno e perciò hanno presentato una valanga di emendamenti per ostacolare l’approvazione della legge: 484 sono stati presentati dalla Lega e 167 da Fratelli d’Italia. 

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