L’Alta Val Borago è salva, Banca Intesa cala l’assegno e mette a disposizione l’area alla comunità

Meno Amarone, ma più biodiversità: l’Alta Val Borago è salva. Ieri all’asta dei 38,5 ettari della vecchia proprietà, ora in fallimento, destinati a diventare l’ennesimo vigneto DOC Banca Intesa è intervenuta direttamente rilevando in proprio il terreno con lo scopo di metterlo a disposizione delle comunità di Verona e Negrar preservandone tutti gli aspetti naturalistici. Nella Val Borago infatti è presenta una eccezionale riserva naturale con elementi autoctoni: un giacimento di biodiversità a pochi chilometri dal centro della città. L’annuncia è stato dato poco fa dai sindaci di Verona e Negrar che condividono amministrativamente l’area: Federico Sboarina e Roberto Grison. Aver evitato un nuovo, grande, vigneto avrà effetti positivi anche nella gestione delle tempeste estive che non troveranno così autostrade fra i vigneti a monte dell’abitato di Avesa. Ora si studieranno i piani per la gestione e i fondi privati raccolti dall’associazionismo per salvare la valle verranno impiegati per la realizzazione di percorsi guidati. I due Comuni cercheranno anche la collaborazione dell’Iciss, ente d’assistenza che ha terreni nella Val Borago, per una gestione congiunta e unitaria del sito. «Non era una soluzione scontata – ha rimarcato Federico Sboarina – dobbiamo ringraziare Banca Intesa che ha investito un bel po’ di quattrini in questa idea di tutela e di servizio alla comunità, il ruolo del Prefetto e del ministro all’Ambiente. E’ stato un lavoro congiunto, un bell’esempio di cooperazione istituzionale. Giusto sottolinearlo»

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