Nel 2020 in Italia è scomparsa una città grande come Firenze: alla famiglia non basta una “giornata” di festa

(di Diego Marchiori) Nell’anno in cui l’Italia conferma di essere in recessione demografica, una trentina di associazioni – capitanate dalla Papa Giovanni XXIII – hanno promosso un festival dedicato alla vita nascente. L’iniziativa ha avuto lo scopo di promuovere l’istituzione della Giornata della Vita Nascente nella data del 25 marzo, come “ricorrenza nazionale per riscoprire la bellezza della vita, della genitorialità e della natalità”. La rete di associazioni promotrici ha redatto una Carta ed un Manifesto e si sono date appuntamento sabato 27 marzo online dalle 14.30 alle 17.30. Molti gli interventi con figure provenienti dal mondo dell’impresa come Johnny Dotti e Vinicio Bulla, dello spettacolo come Licia Colò e Nek, della scienza come Giancarlo Blangiardo e della politica come Eugenia Roccella e il Ministro delle Infrastrutture Enrico Giovannini. L’evento, durato due ore e pubblicato in diretta sulle principali piattaforme social ha avuto una vasta eco.

Ora però si attendono i fatti. Per questo il 25 marzo si è svolta una conferenza stampa alla Camera dei Deputati in cui sono stati presentati quattro disegni di legge, come il n.2136, per istituire la Giornata. Presenti Colaninno (Italia Viva), Gasparri e Malan (Forza Italia), Pagano e Pillon (Lega), Rauti, Bellucci e Drago (Fratelli d’Italia), Binetti (UDC), Lupi (Noi con l’Italia).

Oltre all’istituzione di una giornata ad hoc, le famiglie italiane attendono da trent’anni forme di sostegno concreto. È iniziato il countdown per l’attuazione dell’assegno unico familiare. Lo starter dovrebbe vedersi al primo luglio, e prevede 250 Euro al mese per ogni figlio dal settimo mese di gravidanza ai 21 anni. Draghi, a margine della conferenza stampa del 26 marzo, lo ha confermato. Ma i tempi per l’approvazione del disegno di legge delega è fermo al Senato per l’approvazione definitiva. E si attendono anche le modalità applicative contenute nei decreti attuativi del Family act. Questo disegno di legge andrà a raggruppare altri benefici in essere (bonus bebè, bonus natalità e adozione, assegni familiari, bonus per nuclei familiari numerosi), gradualmente sostituiti in un unico benefit.

Il provvedimento, fortemente sostenuto dal Forum delle Associazioni Familiari, è molto atteso. L’Italia è tra gli ultimi Paesi al mondo per natalità, e nel 2020 è sparita una città come Firenze.

Anche Verona può fare la sua parte. Bene il bonus approvato dal Comune a settembre 2019 per le neomamme under 30 (700 euro), ma serve una visione più ampia. È ferma al palo la proposta di Leonardo Ferrari sulla Valutazione di Impatto Familiare, lanciata ad un convegno nazionale del novembre 2017 da L’Officina e Battiti, e assunta nel programma di mandato della giunta Sboarina (qui l’OdG approvato). La VIF, in parole povere, è uno strumento che prende a modello la VIA (Valutazione Impatto Ambientale). Da anni per ogni opera che abbia un certo impatto si chiede la VIA. Gli stessi principi per valutare l’impatto sull’ambiente dovrebbero essere applicati per valutare l’impatto delle policies sulla famiglia. Un esempio: una sala slot nei pressi di una scuola che impatto può avere per le famiglie? Un centro commerciale al posto di un parco giochi, che impatto può avere? Oppure, una politica urbanistica che preveda solo appartamenti di piccole dimensioni, che impatto può avere sulla natalità e la formazione di nuove famiglie in un dato territorio?

Ormai la VIF è un progetto appetibile per le prossime elezioni comunali, ma sulle politiche demografiche e familiari si consumano roventi battaglie politiche utili quanto la semina nel deserto. Andrebbe invece ritrovata una coesione comune intorno ad una certezza che con l’epidemia in corso si è palesata: più un Paese è vecchio e più ha una società dalla struttura sociale, sanitaria, economica debole.

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