Disagi per il cambio del sistema informatico dell’Ospedale. Uil: proprio da Verona dovevano iniziare?

«E’ come quando si cambia il cellulare o la macchina, – dice Callisto Bravi, direttore generale dell’Azienda Ospedaliera Universitaria Integrata di Verona-: c’è bisogno di un periodo di rodaggio per usare più velocemente la nuova tecnologia. Stiamo tutti lavorando per risolvere le criticità emerse e sono convinto che basterà una sola altra settimana per concludere l’avvio». In compenso avremo «informazioni centralizzate che saranno facilmente consultabili dal singolo paziente, comodamente da casa nel proprio fascicolo, e altrettanto fondamentali per il singolo medico che, in un unico sistema, avrà tutta la storia clinica delle prestazioni erogate anche da altri sanitari e in qualsiasi struttura regionale».

«Ma perché il nuovo sistema operativo che la Regione ha adottato per tutte le strutture sanitarie -dichiara Stefano Gottardi Segretario Generale Uil Fpl di Verona- viene collaudato in un grande Ospedale come quello di Verona?  Non lo si poteva fare su una realtà più piccola? Così quando arrivava nei grandi ospedali come il nostro il sistema era già collaudato. E invece è partito proprio da Verona. Creando notevoli difficoltà al personale sanitario ma anche ai pazienti».  E si chiede: scelta del Dg o imposizione della Regione?

Certo che trasferire da un sistema all’altro 32 milioni di documenti non è uno scherzo. Ed era una cosa che prima o poi si doveva fare. Si pensi che solo nell’Aoui veronese c’erano 7 sistemi diversi che non si ‘parlavano’ fra loro. Ed era almeno una ventina d’anni che si doveva creare un sistema operativo unico. Da qualche parte bisognava pur cominciare. Solo che se si fosse iniziato da una struttura più piccola, e non dalla più grande, forse certe disfunzioni si sarebbero potute gestire con più facilità, osservano in sindacalisti.

«L’altra notte – racconta Stefano Gottardi- al pronto soccorso di Borgo Trento i tecnici non riuscivano a risolvere ‘problemi tecnici’: pazienti tenuti in ‘ostaggio’ per la mancanza del referto se ne sono andati, dopo ore di attesa, con conseguente applicazione del codice bianco e automatico pagamento del ticket. Altri hanno abbandonato dopo oltre otto ore senza esser stati visitati. Insomma un black out di cui si poteva fare a meno».

Risponde alle critiche il Dg Callisto Bravi: «E’ in atto un cambio epocale verso la trasformazione digitale della sanità, che comporta anche una trasformazione organizzativa. Un cambio radicale nel quale i 5.500 dipendenti di Aoui Verona sono impegnati e che, in questa prima settimana, ha richiesto grandi sforzi. Ringrazio tutti per la dedizione, così come ringrazio i cittadini per la collaborazione e la pazienza perché nella fase iniziale le novità portano sempre difficoltà e rallentamenti nelle routine quotidiane di lavoro”.

E assicura che i tempi d’attesa sono in diminuzione. A Borgo Trento il giorno più critico è stato il 26, con tempi di attesa più lunghi da un minimo di 15 minuti ad un massimo di 2 ore. A Borgo Roma l’attesa massima, di 1h e 4 minuti. Il 27, 28 e 29 ci sono state circa 1000 persone al giorno con un’attesa massima di 55 minuti e una minima di 2 minuti e 37 secondi.

Al Cup le chiamate di lunedì 26 hanno avuto un tempo medio di risposta di 5 minuti e 53 secondi, contro i 4 minuti di prima. Sono arrivate solo 3 segnalazioni di disservizi. Le telefonate sono state circa 50 al giorno, ma principalmente per informazioni sul Cup. Più della media le mail, dovute a un errore sul Dossier Sanitario Elettronico già risolto.

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